“Vado al massimo” compie 40 anni
In occasione del quarantesimo anniversario di “Vado al Massimo”, Carosello Records storica etichetta di Vasco, pubblica una speciale riedizione rimasterizzata del rivoluzionario disco del 1982, che contiene, oltre alla title track, brani straordinari come “Ogni volta”, “Canzone”, “Splendida giornata”, “La noia”.
Il comunicatone della casa discografica comincia così e volentieri faccio copia e incolla. Vi scrivo, ma non è così importante, che “Vado al massimo” è il disco della mia vita. Se dovessi portarmi un solo album su un’isola deserta, mi porterei questo (anche perché tanto i dischi dei Ketih Jarret me li potrei risuonare da solo, chiaramente male, nella mia testa).
Molto più importante è che questo del 1972 è il Vasco Rossi più dance di sempre.
Erano un po’ tutti dance in quel periodo. Lucio Battisti, come sempre, anticipò tutti ed era già disco dance nel 1976 con “Ancora tu”, mentre i Rolling Stones con “Miss You” (1978) ci fanno capire che aria (musicale) tirava. Solo 5 anni prima Alan Sorrenti cantava “Figli delle stelle”…
Ma Vasco in questo disco non è disco. E’ dance. “Splendida giornata” è un pezzo quasi house, come approccio misto, efficace e poco chic (c’era in giro anche una versione con il groove o la voce di un pezzo con in bella evidenza una voce black americana, un po’ stile FPI Project…) e c’è “Amore, aiuto”, una della canzoni più lisergiche di Vasco, una delle più divertenti in assoluto. Se ascoltate bene, ci sentite dentro anche la prima hit house in Italia, Pump Up the Volume dei M.A.R.S.S. (1987)..
E ora godetevi questo bellissima edit di Splendida Giornata che lascia tutta la magia dell’originale
Se proprio dovesse arrivare, senz’altro tra 70 anni o giù di lì, la mia dipartita, al mio funerale, se proprio lo dovete fare, suonate questa versione… “ciò che conta è che sia stata”.
E poi c’è “Vado al massimo”, la canzone che il Vasco più fuori di sempre portò a Sanremo, un’edizione senza orchestra!
Aveva i pantaloni rossi. Me lo ricordo perché ero bambino e la canzone mi piacque subito. Come il look del resto (allora si diceva così). Lo dissi subito al mio babbo, che però rispose: “Quello lì è tutto fatto”. Certo. Fatto bene però.
Anche perché il disco contiene una delle canzoni più pessimiste e quindi veritiere dell’intero repertorio di Vasco, ovvero “Credi davvero”. Non è diventata una hit perché è troppo vero quel che canta.
Credi davvero
Che sia sincero
Quando ti parlo di me
Credi davvero
Che mi spoglio
Di ogni orgoglio davanti a te (…)
Credi davvero che sia diverso
Che io sia diverso da chiunque che
Si trovasse un bel giorno
A dover scegliere tra lui e te (…)
Non c’è nessuno diverso
Non c’è nessuno
Che sorride quando ha perso
Non ti fidare mai
Non sono gli uomini a tradire ma i loro guai
I loro guai: è una questione di guai
Ma quali santi ed eroi?
E poi, e poi, ci sono anche due delle canzoni più belle di Vasco in assoluto. Anzi. Chi non mette “Canzone” e “La Noia” nella propria top 10 vascorossiana è semplicemente sordo.
Io mi suono spesso “Anima Fragile”, “Vita Spericolata” avevo anche imparato a cantarla stile karaoke… questi due brani non li ho mai voluti imparare. Sono troppo.
“Canzone” deve moltissimo ad un testo perfetto e in fondo dannatamente ottimista. E’ vero. Le canzoni cantano anche chi non c’è più. La musica vince sul tempo, che cambia tutto. Ma alla fine… è stato splendido. Come canta del resto Vasco in “Splendia Giornata”… Ma c’è anche la musica, ragazzi miei. Qui c’è il maestro Solieri, uno che con l’armonia non ripete, cambia, cresce, crea… Uno con cui Vasco ha sempre avuto un rapporto ambivalente… E dispiace. Perché di canzoni così, così armonicamente creative e folli, Vasco in repertorio non ne ha molte… un’altra è “Se è vero o no”, scritta ancora (per la musica) da Solieri. Bellissimo, abbronzatissimo… e ovviamente anche litigiosissimo.
E poi c’è “La Noia”. A differenza di “Canzone” gira via semplice come un pezzo di Neil Young. E invece semplice non è (non per caso partecipa alla musica Tullio Ferro, che ha scritto anche la musica di “Vita Spericolata”).
Oggi che ho 50 anni è ovvio che adori questa canzone, ma l’ho sempre amata. Anche a 25 anni volevo uscire fuori da qui e andarmene da tutto e da tutti. “La noia” colpisce tanti. Non tutti, certo, tanti sì però.
Musicalmente, la cosa più bella di questa lenta e sinuosa ballad è che Vasco Finisce di cantare dopo 2 minuti e 15 secondi… il resto è un assolo di sax che ci coccola, ci ricorda che sì, certo, la noia ci tortura. Ma non ci ammazza. E le note di basso, strappate, che picchiano. Il rullante con un reverbero che levati. E’ la canzone perfetta da mettere in loop. Quando finisce vorresti solo che riparta.
Dire tutto su un capolavoro è impossibile, per cui tronco qui.
Lorenzo Tiezzi x AD
PS se avete fretta e non volete leggere tutto andate sotto e continuate a viaggiare, che il viaggio di “Splendida Giornata” continua ancora oggi e siamo ancora tutti fuori di testa, chi non è fuori di testa non vogliamo…
Vi lascio al comunicatone sul confanetto celebrativo che contiene anche un bel libro scritto dal mio amico Marco Mangiarotti (che presto vedrò per farmelo firmare!)
La special edition include il cd, il vinile, un inedito libro cartonato e a colori, a cura del giornalista Marco Mangiarotti nato da una lunga e recente chiacchierata con Vasco, in cui racconta la storia di “Vado al massimo”, la sua esperienza al Festival, le interviste a coloro che hanno partecipato alla realizzazione del disco e foto inedite di quel periodo.
Nel cofanetto da collezione, a tiratura limitata, è presente una cartolina per il download gratuito dello storico remix di “Una splendida giornata” e in versione rimasterizzata anche il 45 giri culto di Vado al massimo, canzone portata al Festival di Sanremo, e come b side “Ogni volta”.
“VADO AL MASSIMO 40th Rplay Special Edition” (etichetta Carosello Records – distribuzione Universal Music) è stato masterizzato da Maurizio Biancani, che ha dato nuova vita alle 9 tracce dell’album del 1982, per un ascolto eccezionale come mai avuto prima. Biancani non è solo uno dei più importanti ingegneri del suono della musica italiana, ma è stato anche lo storico fonico della versione originale dell’album “VADO AL MASSIMO”.
“VADO AL MASSIMO”, considerato uno vero spartiacque della musica italiana, è il primo disco pubblicato per Carosello Records, che vendette allora oltre 200.000 copie restando in classifica per ben 16 settimane, tanto da valergli la certificazione di disco di platino.
Il titolo è ovviamente legato all’omonimo brano “Vado al massimo” che lo vide esordire sul palco del Festival di Sanremo su invito di Gianni Ravera che da buon intenditore, aveva capito che Vasco rappresentava il nuovo rispetto a tutta la musica che circolava allora. In un mercato discografico dominato da cantanti melodici leggeri e da cantautori “politicamente impegnati”, e un crescente interesse radiofonico verso la “Disco Music”, il suo rock genuino e provocatorio era qualcosa di raro, quasi unico.
Vasco decise di accettare l’invito di Ravera e mettersi in gioco, seguendo quella sincera urgenza comunicativa che segnò la sua partecipazione al Festival come uno dei momenti emblematici della sua carriera che lo hanno consacrato nel tempo come la più grande rockstar del nostro Paese.
Si presentò in modo rock, spontaneo e irriverente come nessun altro, impersonando lo spirito provocatorio e goliardico sia del testo che della musica di “Vado al massimo” in una performance che rimase impressa nella memoria collettiva di tutta la nazione, un vero e proprio evento della storia della canzone italiana.
Ad affiancare il brano “Vado al massimo” ci sono capolavori come “Canzone”, che apre con le strofe dedicate al padre, “Ogni volta” brano intimo e personale che la critica non comprese immediatamente, le intramontabili hit “La noia” e “Splendida giornata”, “Amore… aiuto” che Vasco ha riportato sul palco nel tour dei record di quest’anno.
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