Romania e divertimento, un binomio che si sente forte. O no?
Un paio di weekend fa non avevo niente da fare e allora ho fatto un giro a Timisoara, in Romania. Insieme al mio amico Miki Garzilli, dj di lungo corso e speaker di Radio Studio Più (conduce ogni giorno “I Feel Goo”, dalle 14 alle 17, il programma che ospita il mio piccolo intervento by AllaDiscoteca ogni venerdì).
E’ piovuto più o meno sempre e ci sono stati diversi momenti esilaranti, tipo io che esco presto il sabato mattina dopo la serata per recuperare rasoi e Rinazina (che si chiama Rynazin, mica tanto diverso). In un altro momento ho capito anche perché Sandro, un amico di Miki, parla così bene il rumeno: è davvero molto simile all’italiano in tante parole: occupato si dice okkupat. Sì si dice da (alla russa!) e grazie si dice mercì, alla francese… e soprattutto, tanti parlano bene o benissimo italiano, oltre che l’inglese. Ma veniamo alla sostanza…
La Romania, basta guardare il PIL, a differenza dell’Italia è in boom.
Si produce alla grande. Ci sono edifici in costruzione ovunque. E i locali, in Romania, puntano ancora davvero forte sulla musica, che si deve sentire FORTE e bene. Miki Garzilli il venerdì sera ha suonato in un bel locale adulto, la Casa del Retrò: ristorante e discoteca, arredato in puro stile anni ’80 (ovvero retrò) ha un impianto audio che in Italia, paragonando superficie e quantità di persone, solo Bolgia, Cocoricò, Fabrique, Praja (e pochissimi altri) possono vantare. Perché in Romania la musica dance è ancora una cosa seria. I ragazzi e le ragazze (di ogni età) vanno nei locali per ballare. Poi si divertono anche, ma si divertono prima di tutto ballando.
Il sabato sera Miki ha suonato per una festa privata in un altro locale e l’impianto aveva una potenza ancora superiore..
Meno male che avevo i miei tappi (di quelli “pro”, che lasciano passare le frequenze, che credi?). Se per certe cose la Romania sempre un po’ la bella Italia anni ’80 (ad esempio, piacciono ancora i grandi centri commerciali, che in USA sono quasi vuoti e in Italia piacciono solo in Provincia, tipo nella mia Brescia) per l’attenzione alla spinta sonora non ce n’è: ci hanno ormai surclassato.
Chiudiamo con la musica: ovviamente Miki ha suonato anche qualche classico ‘commerciale’, soprattutto la seconda sera, perché era una festa, mica un raduno techno… ma mediamente anche in Romania di ‘commercialate’ c’è molto poco bisogno. Si può star certi che i dj resident suonano 10 volte in meno mash up e amenità rispetto ai ‘grandi talenti’ attivi in troppe console italiane…
Continuiamo così, facciamoci del male.
Lorenzo Tiezzi x AllaDisco