Sei mai stato a un rave?
Se non ci sei stato, puoi unirti al coro e condannare senza aver visto e capito niente chi partecipa ad un rave e trasformarlo in un criminale tipo Riina.
Sono un ex ragazzo, oggi 50enne pacifico, cresciuto ballando e cercando di divertirmi tra gli anni ’80 e ’90. Tra Firenze, Milano e soprattutto a Torino ho fatto qualche piccola e breve occupazione, e ho partecipato a qualche evento nei “centri sociali occupati” come semplice amante della musica. Sono stato quasi un paninaro, prima di virare verso uno stile sfigato dark. Non sono mai stato davvero alternativo, mi sono sempre i fatti miei.
Di rave ne visti sì e no 5, forse pure da lontano. Eppure rispetto davvero la cultura di chi li vive e li organizza. Perché, a differenza di noi umani “perbene”, chi vive davvero i rave, magari si droga (noi adulti civili invece ci alcolizziamo agli aperitivi con i bambini accanto), ma fa tutto senza guadagnare un euro. La nostra società, oggi ancora più che negli anni ’80, è dannatamente commerciale, individualista, commercialista.
I rave, invece, non lo sono. Sono feste illegali in cui la prima regola è rispettare gli altri. E molto raramente, molto raramente, provocano veri problemi. Lo “sgombero” del rave di Modena di Halloween 2022 verrà ricordato per la competenza assoluta delle Forze dell’Ordine, che hanno agito con moderazione e per l’ennesima, inutile, creazione di un reato: quello di fare rave.
Dopo il Covid, che ha ben separato giustizia, logica, regole e legalità, il richiamo alle ultime due, non può esserci, in un cervello usato almeno qualche volta, un concetto più cretino del “ripristino della legalità”.
In Italia. Dove prima abbiamo multato gli over 50 non vaccinati, con 100 euro, però poi la multa mica arriva. Dove ognuno fa un po’ quel piffero che vuole e ogni anno la giustizia condanna innocenti…
Ma lasciamo perdere la cronaca, veniamo ai fatti miei. Che almeno li conosco bene.
Ricordo soprattutto un bellissimo concerto dei Negazione a Palazzo Nuovo, a Torino nel ’90, credo. Non vidi il finale, perché dovevo prendere l’ultimo treno per Alpignano, ma per me liceale, il concerto punk rock all’Università di Lettere, quella che poi avrei frequentato con grande diligenza a Bologna (zero occupazioni) fu bellissimo. Ricordo il silenzio assoluto di Via Roma a mezzanotte: oggi non è più così, allora era l’apice della Torino ferma e finita… stavano per arrivare i localacci dei Murazzi. Splendidi, ovviamente.
E fu proprio lì che nacque, in qualche modo, il movimento (musicale, lasciamo perdere la politica, qui su AllaDisco) delle Posse e anche, in qualche modo, il sound pop – anti pop – elettronico dei Subsonica, forse la band italiana più importante degli ultimi anni. Prima dei Maneskin (non trovo la dieresi, accontentatevi) e dopo i pop dei Pooh, solo loro, i Subsonica nati in qualche modo nei locali “illegali”.
Anzi, senza “in qualche modo”: i centri sociali di ieri, come i rave oggi, erano illegali, i locali erano illegali, la musica nata in qualche modo lì dentro era illegale. E meno male.
E quindi sì, a bassa voce, senza nessuna pretesa di dire qualcosa di così intelligente e originale, sono dalla parte di chi balla, sempre, anche in luoghi in cui non sarebbe “legale” farlo, se i luoghi scelti sono abbandonati da anni e se il party non crea reali problemi ai vicini e ai proprietari.
Se la signora Presidente del Consiglio Meloni (oppure signor presidente, con sprezzo dell’italiano come preferisce), con questo nuovo “reato anti rave”, problema terrificante per l’Italia, grave quanto l’economia che non gira e il prezzo del gas (…) ha voluto dare “un segnale”, per chi scrive qui, che non conta niente, è un segnale folle.
W i rave e la musica, a quel paese (con simpatia) “regole” e “legalità”.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca
(foto tratta da Corriere della Sera)
PS attenzione che l’aria che tira non dipende solo dalla destra al Governo. Lo splendido e televisivo sindaco di Bergamo Giorgio Gori è in guerra con i bar del centro e non solo, perché questi maledetti giovani non permetterebbero di dormire ai residenti. Ohibo. TOLLERANZA ZERO. Molto bene.