PREMESSA 1 Gigi D’Agostino Gigi Dag non sta bene da tempo e ha pubblicato sui suoi social una foto in cui cammina a fatica.
Siccome ci ho lavorato a lungo e fino a poco tempo fa qualche volta ci sentivamo ancora mi è venuto naturale scrivere due righe e mettere in fila in ua Playlist qualcuno dei suoi pezzi. Su Spotify ci sono oltre 600 brani, si rischia di perdersi. Sotto trovate anche qualche mio ricordo e pensiero su Gigi…
Non ci siamo sentiti per anni, bravi entrambi a mettere muri tra presente e passato. Poi avremmo dovuto realizzare, per sua richiesta, una video intervista “senza rete” (non voleva sapere le domande prima”) a tutto campo. L’intervista non si è fatta, ma ci siamo sentiti più volte, soprattutto su WhatsApp, per chiacchierare di musica.
Ricordo la mia felicità nell’avergli mandato, qualche mese fa, un audio con un coretto di mia figlia di 10 anni con le amiche, al doposcuola…
stavano cantando un pezzo dell’arrangiamento de “L’Amour Toujours” per raccontare la loro vittoria in un certo gioco a scuola. La musica è molto più importante di chi la fa e chi la fa, spesso, si vanta a sproposito della musica… oppure, come Gigi, forse ne dimentica o fa un mix sbagliato delle due cose.
Ma andiamo oltre…
Eccoci con la premessa due… Gigi Dag / Gigi D’Agostino è ed è stato un fenomeno musicale, non trash
C’è stato un breve periodo, più o meno 5 anni fa, in cui tutta la (sempre splendida) critica musicale dance italiana si è messa a dedicare spazio a Gigi D’Agostino come fenomeno pop dance trash che in qualche modo però va bene, in quanto finito negli anni ’90.
Gigi nel tempo si è anche un po’ ammorbidito per cui qualche intervista l’ha anche rilasciata. Avrebbe fatto meglio a restare più riservato… perché se risponde sempre cose intelligenti, le domande che ho dovuto leggere, le considerazioni che ho dovuto leggere, mi sono sempre sembrate di livello bassissimo.
Gigi non è mai stato un fenomeno di costume, è stato e sarà sempre un grande artista. La sua techno pop melodica (chiamatela come volete) a volte arriva al sublime. Ripeto: al sublime.
Che sia arrivata più o meno insieme agli Eiffel 65 e subito dopo Usura, Club House, Cappella e Mauro Picotto, forse è solo un dettaglio.
La musica di Gigi infatti resta. Quasi tutto il resto della dance italiana anni ’90 è giustamente nel dimenticatoio. “L’Amour Toujours” sarà sempre accanto a Puccini e Verdi nel cielo della musica.
Infine, e anche questo non l’ho visto scritto da tanti ‘esperti’, Gigi D’Agostino è stato fin dagli inizi un grande “community manager dei suoi fan. Il forum di BXR è stato un antenato dei social perfetto. Il mito Gigi D’Agostino nasce su solide basi musicali, ma Gigi lo alimentato connettendosi mentalmente ai suoi fan sempre. Da sempre.
E ora andiamo indietro nel tempo 1999 2000, 2001 o giù di lì (non mi ricordo mica).
Lavoro alla Media Records, a Brescia, ed il principale artista che come ufficio stampa responsabile della cassa discografica devo promuovere è ovviamente Gigi D’Agostino.
Durante la prima o seconda settimana di lavoro sulla sua musica, perdo il portafoglio due volte. Non una: due volte. Sento addosso un sacco di pressione, perché Gigi è sempre educato ma ha una visione del mondo tutta sua. Ad esempio, vive di notte, mentre è di giorno che noi umani viviamo e prendiamo decisioni e lavoriamo. Io non lavoro direttamente per Gigi, per fortuna, perché in quel periodo cambia un booking manager a settimana… lavoro per la Media Records di Gianfranco Bortolotti e Diego Leoni e pure Gianfranco, come creatore di tensioni non è mica male. Te le mette tutte addosso a te, così poi lui, come super boss, giustamente, resta puro. Non dice mai no, agli artisti. Mi dice una volta che i no agli artisti li artisti non li dimenticano mai.
Sta finendo in quel periodo anche il proficuo rapporto artistico di Gigi D’Agostino con Paolo Sandrini, tra i co-autori e co-produttori dei più grandi successi di Gigi. Paolo sta pensando di trasferire il suo studio a Verona… ci sono tensioni. Ma almeno lui con Gigi ha all’attivo successi immensi come “L’Amour Toujours”.
Io sono arrivato da poco e mi trovo in grande difficoltà… ma di episodi divertenti o tragicomici o tragici, ne ricordo diversi, oltre al portafoglio perso due volte…
Una volta Gigi rispose in rima baciata alle domande di un giornalista di Tutto Musica e Spettacolo (che oggi lavora se ricordo bene per TV Sorrisi e Canzoni)… e il giornalista, creativamente, decise di mettere le risposte in prosa. Che vergogna. Gigi ovviamente si incazzò non poco. E aveva ragione. Io non abbastanza. Succedesse oggi, andrei dal suo direttore a bestemmiare nel suo ufficio, anche solo per sfogarmi.
Un’altra volta ci fu da discutere perché Gigi realizzava un programma per Radio Italia Network e poteva quindi avere una pagina pubblicitaria gratuita ogni mese sul mensile Max. Siccome ogni mese c’era da inseguirlo all’ultimo giorno per avere ‘sta piffero di pagina, una volta lo affrontai “a muso duro” dicendogli che la pubblicità non è mica una canzone. La fai e via, viene comunque dimenticata… Ovviamente la cosa non restò senza conseguenze e fui ripreso in modo molto duro dal boss Bortolotti, “perché gli artisti hanno sempre ragione, ci vuole delicatezza” e amenità del genere (potessi tornare indietro, la partaccia la farei a tutti e due insieme con bestemmie assortite).
La cosa che mi ricordo più volentieri fu però una volta che ero in studio con Gigi, non ricordo più perché e per come. Ricordo che mi metto a suonare e gli faccio un pezzo mio che era in realtà già più o meno uscito col mio gruppo… lui dice che è bellissimo ma che non ho curato la chiusa della melodia, che l’ho ammazzata. Ovviamente c’ha ragione lui, il pezzo l’ho davvero finito solo in questi giorni (vent’anni dopo). Chi conosce un po’ Gigi sa che privilegio si stato stare in studio con lui per qualche minuto.
Lo studio per Gigi era e credo sia ancora il suo antro di mago. Non ci si può entrare. Che bello. Che differenza con oggi, con questi inutili talent show musicali…
Ricordo anche diverse chiacchierate, nei corridoi all’aperto, alla Media (non sono rincoglionito: erano all’aperto, ma coperti, collegavano uffici e studi di registrazione). Una volta Gigi aveva in braccio un bimbo che stava dormendo, credo un suo nipote… un’altra volta parlammo dei suoi problemi di imprenditore. In quel periodo aveva decine di persone alle sue dipendenze, pagava tanti stipendi e si sentiva responsabile per tutti…
E poi, per fortuna, tanta musica. Una serata al Number One, dove funzionava ancora l’hardcore e la gente saliva una sull’altra. Qualche altro pomeriggio vicino a Brescia, con poi una cena insieme in trattoria in centro, a Brescia.
Gigi l’ho sentito anche recentemente live, a Villa Bonin, a Vicenza, una serata fantastica in cui Gigi è salito in console intorno alle 11, scendendo solo verso le 3 e mezza… mettendo musica da festa “popolare” e techno a modo suo, con il suo impiantone potenziato.
Troppi dimenticano che Gigi D’Agostino iniziò come dj, a Torino e che a lungo, prima di diventare un fenomeno anche come produttore… e in quel mestiere lì è un numero uno assoluto.
Andiamo indietro me nel tempo, tornando ai primi anni 200. A Rimini, all’Altro Mondo Studios, Gigi fece la cosa più coraggiosa che abbia mai visto e vedrò mai fare da una console.
Gigi mise un pezzo con sola cassa dritta in 4/4 per un minuto circa per poi toglierla e nel silenzio dire al microfono una cosa tipo: “attenti ragazzi, questa non è musica, è solo cassa. La musica è un’altra cosa. Non potete esaltarvi solo per una cassa”.
Quando mi trovate un altro dj che fa così fatemi un fischio.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca