Aumentano le release x Sada Says 08 04 25… perché la musica liquida è una macchina che non si ferma. By Riccardo Sada.
Aumentano le release
Negli ultimi decenni, il pianeta Terra ha assistito a due fenomeni in costante crescita: l’aumento della popolazione mondiale e l’esplosione della produzione musicale, con un’attenzione particolare alla musica elettronica, alla discografia e al ruolo dei dj. Mentre il primo è un tema ampiamente discusso, il secondo sembra passare in secondo piano, ma entrambi sollevano una domanda intrigante: stiamo andando verso un mondo in cui la popolazione sovrasterà la produzione musicale, o sarà la musica, soprattutto quella elettronica, a sommergere tutto con la sua quantità incontrollabile?
Aumentano le release, davvero
Il parallelo con l’esperimento di John B. Calhoun nel 1968, noto come “Universo 25”, è inevitabile. Calhoun creò un habitat ideale per topi, con risorse illimitate e condizioni perfette per la sopravvivenza. La popolazione iniziale di otto topi raggiunse rapidamente i 600 esemplari, ma poi il sistema collassò. Nonostante l’abbondanza di cibo e spazio, i topi svilupparono comportamenti antisociali, smisero di riprodursi e la popolazione crollò. Questo esperimento è spesso citato come metafora dei rischi legati alla sovrappopolazione e alla perdita di equilibrio sociale.
Oggi, la popolazione umana supera gli 8 miliardi di individui e continua a crescere. Le risorse, sebbene non siano illimitate come nell’esperimento di Calhoun, sono ancora sufficienti, ma la pressione sugli ecosistemi e sulle strutture sociali è sempre più evidente. Città sovraffollate, crisi ambientali e tensioni sociali sono solo alcuni dei segnali che il nostro “Eden” potrebbe non essere sostenibile a lungo termine. Dall’altra parte, la produzione musicale, in particolare quella elettronica, sta vivendo una crescita esponenziale.
Con l’avvento delle piattaforme digitali e degli strumenti di produzione accessibili a tutti, chiunque può creare e distribuire musica.
I dj, una volta figure di nicchia, sono diventati protagonisti globali, con festival e club che attirano milioni di persone. Secondo alcune stime, ogni giorno vengono pubblicati decine di migliaia di nuovi brani su piattaforme come Spotify, Apple Music e YouTube, molti dei quali appartengono al genere elettronico. Se nel 1968 l’industria musicale era controllata da pochi grandi attori, oggi è un mare infinito di creatività, dove artisti emergenti, produttori indipendenti e dj si contendono l’attenzione degli ascoltatori. Ma c’è un problema: l’attenzione umana è limitata. Con così tanta musica disponibile, è impossibile ascoltare tutto. I brani rischiano di perdersi nel rumore di fondo, e gli algoritmi delle piattaforme digitali finiscono per favorire pochi fortunati, lasciando indietro la maggior parte degli artisti. In questo senso, la produzione musicale, soprattutto quella elettronica, rischia di diventare un’altra forma di sovraffollamento, dove la quantità supera la qualità e l’accessibilità.
La domanda è: quale dei due fenomeni prevarrà? La popolazione mondiale continuerà a crescere, mettendo a dura prova le risorse del pianeta e portando a un collasso sociale simile a quello osservato nell’esperimento di Calhoun?
Oppure sarà la produzione musicale, con i suoi infiniti brani elettronici e i dj sempre più numerosi, a sommergere tutto, creando un mondo in cui la musica è così abbondante da diventare indistinguibile e priva di significato? Forse la risposta sta nell’equilibrio. Così come l’esperimento di Calhoun ci insegna che l’abbondanza senza controllo può portare al caos, anche la produzione musicale, in particolare quella elettronica, ha bisogno di una guida per evitare di diventare un rumore di fondo. Allo stesso modo, la crescita demografica richiede politiche intelligenti e sostenibili per garantire un futuro vivibile. In un mondo sempre più affollato e rumoroso, la sfida è trovare un equilibrio tra quantità e qualità, tra crescita e sostenibilità, tra la sovrappopolazione e l’esplosione della musica elettronica. Solo così potremo evitare di trasformare il nostro Eden in un caos senza fine.
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