Sedazioni e scopiazzature, ecco Sanremo ’25

Sedazioni e scopiazzature sanremensi…

Sedazioni, altro che divertimento. Certo, sedazioni Sanremesi, avete letto bene.

Le canzoni di questo Sanremo ’25 sono state mediamente brutte. Anzi proprio banali. L’unica che ho messo nella mia super playlist (in cui butto un po’ caso la musica che mi colpisce davvero) è quella di Rkomi. Parole di questo tipo: “il ritmo delle cose è un violento decrescendo, ti scancherai come fai coi vestiti”, mi hanno colpito. C’è pure la merda d’artista di Manzoni. Piero. Non Alessandro. Rkomi è bello, elegante, spacca. E canta pure bene, cioè, non canta. Urla, per fortuna.

Mi ha colpito anche Lucio Corsi, davvero. E’ dal 2015 che fa musica. Ma più l’artista del pezzo, molto teatrale e molto Bowie, ma non nel mio cuore per sempre dal primo ascolto coem altri. Sono curioso di ascoltare tutta la sua musica che mi sono perso.

E la canzone più forte in assoluto è la sigla di Gabry Ponte, ovviamente. La dance è morta o sedata tranne quando la fanno i grandi.

Tra i vari commenti e commentatori ci siamo persi che la regia di Sanremo 25 dimentica ormai completamente l’Orchestra di Sanremo. Solo l’artista sul palco. Il resto, che crepi. Si sente mediamente molto meglio, spesso addirittura con la voce ‘troppo dentro’ la musica (troppo bassa rispetto agli strumenti). La qualità sonora complessiva è negli ultimi anni molto migliorata, anche se il sound è un po’ ‘plasticoso’. Anche questo non l’ha detto nessuno. Siamo tutti impegnati a fare i critici, ma l’ABC non ci interessa.

Nuove canzoni che arrivano subito, ecco le Sedazioni Sanremesi.

Ha poi vinto Olly un artista pop che non arriva da Amici, XFactor, o altri talent, Olly. A me, che ho quasi 53 anni e sono musicalmente anche troppo ‘evoluto‘ (che forse anzi probabilmente vuol dire involuto, senza virgolette) è logico che la sua musica non sia arrivata subito. Anzi probabilmente non arriverà mai. La canzone la trovo banale, ma arriva subito.

Non stupisce che i primi due artisti di Sanremo nei primi due posti (Lucio Corsi, Olly) siano due ‘esordienti’ per il grande pubblico…

perché come ha scritto qualcuno in altro modo (il pubblico tv di Sanremo non vuol essere divertito, vuol essere sedato, come ha scritto Alberto Mattioli su La Stampa) siamo sedati. Non sordi.

Artisti e canzoni così così, ci divertono subito, perché arrivano subito… ma poi non c’è niente sotto. Ecco perché poi per un po’, poi spariscono. Come mai non riesco ad innamorarmi di artisti a lungo, oggi? Ho amato alla follia gli esordi di Girl In Red, Blanco, Ariete e tanti altri… le cui canzoni oggi già mi annoiano e non credo di essere il solo.

E ancora, se ogni giorno la macchina del busines buiness globale ha bisogno di 1000 canzoni per fatturare quando ieri ne bastava una, allora è ovvio che le canzoni arrivano ma non restano, che gli artisti devono cambiare. Ci commuoviamo, poi ci rompiano le all in un istante.

Le canzoni sono social. Mi sono visto l’arrivo a sopresa del compagno di Giorgia a Sanremo, in hotel lei sorpresa e lui che l’abbraccia… e ascolto le canzoni di Sanremo un po’ allo stesso modo. Distratto. Tanto son canzoncine che raramente colpiscono, se non in modo volutamente epidermico.

So di essere di parte ma uno come Cristicchi, che questa volta canta della mamma malata con quelle parole (anche la mia morì da malata cronica) lo trovo fastidioso. Melenso e fastidioso. Ho sempre amato Battiato, per dire, ma la canzone “La cura” terribile. Perché banale. Battiato ed io siamo attratti dal modo di pensare orientale. Lo scopo della vita non è aiutare chi sta morendo ma scomparire nel niente. Che bello che sarebbe. Senza inutili e soprattutto banalissime lagne.

Bene, dopo tutti questi pensieri e sedazioni, eccoci alla scopiazzatura. Quando sei sotto sedazione tanto mica senti niente.

A me sembra ovvio che “Battito” di Fedez (artista che pubblica con Warner Music) sia nata partendo dalle 4 note dell’arpeggio su cui si basa “Unicorn” di Mario Più. Il pezzo uscì nel 1998 su BXR / Media Records (quindi con co – edizioni Warner). Tra gli autori, oltre ad Alberto Remondini e Ricky Effe, c’è pure Mauro Picotto.

https://www.discogs.com/it/release/555123-Mario-Più-Unicorn?srsltid=AfmBOooiWce5OOq75S9SOqHGxSS1d_NJKEd0IK7meLVH_570ovmKoGn-

La parte strumentale della canzone, che nell’hip hop è quasi tutta la musica (il resto è energia e parola) ha: 1) le stesse quattro note che girano sotto la voce di Fedez 2) gli stessi BPM (a tratti dimezzati, ma che conta) 3) un inciso che quando sale guarda caso torna di nuovo sulle 4 note: TA TA TA TA.

Ascoltate l’inizio e intorno al primo minuto quando Fedez dice “quando il bicchiere è mezzo pieno: TA TA TA TA). E poi ascoltate Unicorn dal minuto 4 e 40”.

Credo sia andata così. Qualche giovane musicista inesperto e presuntuoso manda a Fedez una base che a Fedez piace, una base scopiazzata da “Unicorn” di Mario Più. Pensa di essere furbo.

Fedez (che vedete cadere nella foto, come me, non si può ricordare tutta la musica pubblicata al mondo) non si accorge a lavora sulla base, dopo averla acquistata (si fa così, spesso), così il giovane cialtrone non compare tra autori e compositori. A quel punto Fedez lavora al pezzo con 3 professionisti, ovvero Alessandro La Cava, Federica Abbate e Cipro… Pure loro non si ricordano di “Unicorn” e la frittata è fatta.

Oppure i 4 “furbetti” hanno rubato consapevolamente. Ma allora più che furbetti sarebbero un po’ scemi, perché la musica è anche matematica. Quando una cosa è scopiazzata è scopiazzata.

Attenti che molte cose si possono proprio prendere e citare (che non vuol dire copiare). Lo dice la nostra tradizone musicale. Ad esempio, l’armonia. L’armonia (ovvero gli accordi su cui è basata la musica), senza la quale spesso la melodia è niente, si può prendere e usare di sana pianta.

A me Mario Più, tanti (tanti!) anni fa disse che gli piacevano molto le armonie del rock e che le usava spesso… E ha fatto così pure Geolier per la sua “Chiagne” ha rubato la bellissima armonia de “Gli Angeli” di Vasco Rossi… e poi ci ha messo sopra un ritornello ancora più immediato di quello dell’originale. Così è giusto, così si fa. L’ho scritto qui.

Chi fa sedazioni e scopiazzature invece fa cose per me non giuste.

Lorenzo Tiezzi per AllaD!sco

Vi lascio con l’inizio del bellissimo articolo che Alberto Mattioli ha scritto contro le sedazioni di Sanremo ’25 su La Stampa.

Che barba che noia. «Ma non succede niente!» è stato il primo commento sul gruppo WhatsApp degli amici (ma ognuno a casa sua, così da poter scegliere la libertà – recte: andare a letto – quando proprio non se ne poteva più). Un Festival anestetico e anti estetico, pieno di gente vestita male che canta male, e sostanzialmente intercambiabile. Troppe canzoni e troppo uguali. «Troppe note», come disse Giuseppe II a Mozart, che peraltro era Mozart, non Sarah Toscano. E poi nenie, lagne, stecche, dolori, malesseri, qualche raro motivetto accattivante, Virginia Raffaele presente ma solo nello spot dello sponsor, battute con il contagocce, la risata come la temperatura di Isernia: non pervenuta. Eppure, ogni mattina, bollettini degli ascolti più trionfali di quelli della Vittoria, firmato Conti. L’Italia non vuole essere divertita e forse nemmeno distratta: vuol essere sedata. (…)