Paola e Chiara. Le chiamavano bambine / Sada Says

Le chiamavano bambine by Riccardo Sada x Sada Says x AllaDisco

Sono state, negli anni ’90 e 2000, una delle rappresentazioni più evidenti di quel pop italiano che, ammiccando alla moda e ai tormentoni, ha saputo cogliere l’essenza del successo mainstream. Giovani e affascinanti, con ombelichi in bella vista e look studiati per colpire, le sorelle Iezzi hanno cavalcato l’onda del pop italiano con una leggerezza che, in fin dei conti, è stata sia la loro fortuna che la loro rovina. Un dettaglio che, con il senno di poi, appare più chiaro è l’elemento di lolitismo che caratterizzava i loro esordi: la giovinezza esibita con fare sbarazzino, un’immagine giocata tra ingenuità e provocazione. Quell’immagine, pensata per attirare un pubblico più ampio, contribuiva a costruire una figura pop che strizzava l’occhio a tendenze internazionali, ma che, nel lungo termine, avrebbe limitato la percezione della loro evoluzione artistica.

Le chiamavano bambine

Il debutto di Paola e Chiara avvenne nel 1995, quando furono chiamate da Claudio Cecchetto per fare da coriste nei nuovi 883, dopo l’abbandono di Mauro Repetto. Max Pezzali le introdusse nella sua formazione a dieci elementi che cercava di mantenere l’impatto visivo e sonoro del gruppo. In quel contesto, le sorelle non erano altro che due coriste tra le altre, ma fu l’inizio di un percorso che le avrebbe portate a essere, nel giro di pochi anni, ben più di semplici voci di supporto. Nel 1996, parteciparono a Sanremo Giovani sotto lo sguardo paterno di Cecchetto che durante la diretta fece finta di non conoscerle (…) in un siparietto alquanto forzato.

Alla fine della loro esibizione, lo stesso Cecchetto sottolineò il loro look provocatorio invitandole addirittura a mostrare i tatuaggi appena fatti durante un viaggio in Irlanda. Uno show nello show, più che da kermesse musicale ma quel piazzamento consentì a Paola e Chiara di accedere alla sezione nuove proposte del Festival di Sanremo del 1997, dove presentarono “Amici come prima”. La loro esibizione, seppur non memorabile, fu sufficiente per vincere nella loro categoria e dare inizio a quello che sembrava un successo inarrestabile.

Dopo la vittoria, uscì il loro primo album, “Ci chiamano bambine”, un titolo che già suggeriva quel dualismo tra l’essere percepite come ragazzine e il desiderio di imporsi come artiste.

L’album vendette bene, grazie anche al tormentone “Bella”, brano dedicato a un’amica con problemi di anoressia. In un periodo in cui la musica leggera italiana cercava temi più impegnati, Paola e Chiara trovarono il loro spazio.

Salirono sul palco del “History World Tour” di Michael Jackson come band di supporto, parteciparono al Festivalbar e, grazie a una buona strategia di visibilità, furono incluse nella colonna sonora del film Disney Hercules. Insomma, il 1997 fu per loro un anno d’oro. Tuttavia, già nel 1998 qualcosa iniziò a incrinarsi. Tornarono a Sanremo, questa volta nella categoria Big, con il brano “Per te”. Il risultato fu disastroso: penultimo posto.

Il brano venne incluso nella riedizione di “Ci chiamano bambine”, a sottolineare forse la mancanza di materiale fresco o di idee innovative. Il secondo album, “Giornata storica”, uscì solo a ottobre, parecchi mesi dopo la loro partecipazione al festival, e non fu particolarmente fortunato in termini di vendite. L’unico singolo a ottenere un certo successo fu “Non puoi dire di no”, con sonorità prese in prestito dalla musica irlandese, che ebbe un inaspettato revival nel 2012, quando venne incluso in una classifica di The Guardian sulle canzoni europee più rappresentative degli ultimi 50 anni.

Le chiamavano bambine… Ma la fase di un primo declino era già cominciata.

Tra il 1998 e il 1999 le due sorelle si reinventarono conduttrici televisive, presentando un programma su MTV e diventando inviate speciali per Tribe Generation su Italia 1. Nonostante la crescente esposizione mediatica, faticavano a scrollarsi di dosso l’immagine di “ragazzine carine” e sbarazzine. Così, all’alba del nuovo millennio, decisero di rompere con il passato e adottare un’immagine più sexy e provocante. Cambio d’abito e cambio di scena. Nel 2000, con l’uscita di “Vamos a Bailar”, abbandonarono definitivamente il loro ruolo di cantanti pop-innocue. Il brano era un inno spagnoleggiante, orecchiabile e ballabile, accompagnato da un video diretto dal futuro candidato all’Oscar Luca Guadagnino. Il singolo divenne il tormentone dell’estate e trascinò l’album “Television”, che vendette 800.000 copie in tutta Europa, grazie anche alle versioni tradotte in inglese e spagnolo. Il successo di “Vamos a bailar” segnò un punto di svolta, ma anche l’inizio di una parabola discendente.

Un aspetto che le ha caratterizzate lungo tutta la loro carriera è la costante strizzata d’occhio alla musica dance, un elemento che le ha accompagnate fin dagli esordi e che ricorda per certi versi il percorso di Madonna.

Proprio come la regina del pop, anche Paola e Chiara hanno saputo inserirsi con intelligenza in un genere musicale che, con il tempo, ha saputo rinnovarsi. La loro capacità di adattarsi ai suoni del momento, pur mantenendo una loro identità, ha contribuito a definire il loro stile, particolarmente evidente nel loro periodo più pop dance degli anni 2000. Il terzo singolo estratto dall’album “Television”, “Viva el amor”, mantenne lo stesso stile: sempre orecchiabile, sempre ballabile, sempre latin pop house. Anche il video fu più sexy e ammiccante del precedente, con le sorelle circondate da ballerini. Era un continuo strusciamento. Solo a quel punto, le nuove Paola e Chiara avevano trovato una contemporanea identità: quella di artiste dance e trasgressive, vicine al pubblico LGBT che le adottò come icone. “Viva el amor” fu addirittura la colonna sonora del primo Pride di Milano.

Le chiamavano bambine… Nel 2002 uscì il loro quarto album, “Festival”, trainato dall’omonimo singolo. Le vendite, però, non furono all’altezza delle aspettative.

Il marketing inefficace peggiorò la situazione e l’album fu ricordato più che altro per il controverso video dell’ultimo singolo, “Kamasutra”. Le immagini provocanti, in cui Chiara appariva in topless e Paola si strizzava i capezzoli, fecero scalpore. Inizialmente censurato, il video venne trasmesso solo in versione ridotta e successivamente inserito nella raccolta NDVD Video Collection 1997-2005, alimentando nuove polemiche.

Nel 2004 arrivò “Blue”, il loro quinto album, che segnò l’inizio di un periodo poco brillante in termini di vendite. Le sorelle tornarono a Sanremo nel 2005 con “A modo mio”, ma furono eliminate al primo turno. A peggiorare la situazione, la scoperta di un file piratato contenente il ritornello del brano, che circolava su internet prima dell’inizio della gara. Dal 2006 in poi, iniziarono un percorso da indipendenti, autoproducendosi i lavori. Paola definì quel periodo come “hardcore”, segno delle difficoltà incontrate nel rimanere rilevanti in un mercato sempre più competitivo.

Le due sorelle pubblicarono tre album come duo: “Win the Game”, “Mille luci” e “Giungla”, lavori pop ben fatti ma ignorati dal grande pubblico, complice il rifiuto delle radio di trasmettere i loro pezzi. Il duo, nel frattempo, si confrontava con l’ostilità di una certa critica che non riuscì mai a vedere oltre l’immagine da “ragazzine” con cui si erano fatte conoscere. Una caratteristica che, nonostante il loro successo e il declino, non è mai venuta meno è stata la loro educazione e disponibilità verso la stampa. Paola e Chiara hanno sempre mantenuto un rapporto cordiale con giornalisti e addetti ai lavori, anche durante i momenti più difficili della loro carriera, mostrando una professionalità rara nel mondo dello spettacolo, in particolare nel periodo delle difficoltà post-mainstream.

Questo accumulo di stress e frustrazione portò infine allo scioglimento del duo nel 2013.

Chiara si dedicò alla recitazione, abbandonando quasi del tutto la musica, mentre Paola continuò la sua carriera da solista, con qualche sporadica apparizione in TV. Tuttavia, entrambe uscirono dal radar del mainstream e il loro nome iniziò a sbiadire, almeno fino a quando la nostalgia degli anni ’90 e 2000 non cominciò a riemergere tra i fan.

Nel 2022, accadde qualcosa di inatteso. Paola venne invitata a fare un dj set per l’inaugurazione di un negozio a Milano e, per l’occasione, decise di invitare Chiara. Le due si esibirono insieme, cantando alcuni dei loro vecchi successi, e il pubblico reagì con un entusiasmo travolgente. Il video della loro performance divenne rapidamente virale sui social media, suscitando una richiesta unanime dei fan affinché il loro ritorno non fosse solo un evento isolato. Max Pezzali, cogliendo al volo l’opportunità, le invitò come ospiti in alcune date del suo tour, riportando sul palco quel legame che sembrava essersi spezzato anni prima. Ma il vero ritorno avvenne nel 2023, quando le sorelle parteciparono come concorrenti in gara al Festival di Sanremo.

Glitterate, circondate da ballerini, in uno spettacolo che rievocava i fasti dei tempi d’oro della televisione italiana, con riferimenti visivi alla Raffaella Carrà.

Sebbene l’energia non fosse più quella di un tempo e i movimenti fossero un po’ legnosi, la loro presenza sul palco regalò ai fan esattamente ciò che desideravano: un tuffo nel passato, con un pezzo dance-pop che richiamava le sonorità dei primi anni 2000. A conferma del fatto che il loro percorso nella musica dance non si è mai interrotto, Paola e Chiara hanno recentemente collaborato con BigMama, una delle voci emergenti del panorama musicale italiano, realizzando un singolo che strizza ancora una volta l’occhio alle sonorità dance. Questa collaborazione è l’ennesima dimostrazione della loro capacità di restare rilevanti nel panorama musicale italiano, nonostante gli anni di silenzio. A seguito è uscito il libro “Sisters”… Ecco perché le chiamavano bambine, in effetti.

Le sorelle Iezzi, che per anni hanno affrontato una critica talvolta ingiusta e un mercato musicale che le ha messe da parte, sembrano oggi essere protagoniste di una sorta di rivincita nostalgica… ecco perché Le chiamavano bambine

La loro immagine si è trasformata, da “ragazzine pop” a icone di un’epoca che, per molti, rappresenta un periodo spensierato e di grande fermento musicale. Il loro ritorno, fatto di consapevolezza e di una maggiore maturità artistica, dimostra che nonostante gli alti e bassi della loro carriera, Paola e Chiara sono riuscite a rimanere fedeli a se stesse, trovando sempre un modo per connettersi con il loro pubblico. La loro storia non è solo quella di un duo musicale che ha attraversato successi e insuccessi, ma anche quella di due donne che hanno saputo reinventarsi, adattarsi ai cambiamenti del mercato musicale e restare sempre rilevanti, senza mai perdere la loro identità artistica. E a giudicare dalla risposta entusiastica del loro pubblico, di una fan base dall’ampio target, il loro viaggio musicale sembra ben lontano dall’essere finito.

Riccardo Sada x Sada Says x AllaDisco