Se il drum & bass incontra il mainstream ne succedono delle belle. Ecco cosa ci dice Riccado Sada in Sada Says.
La nascita della drum’n’bass è un racconto affascinante che affonda le radici nella scena musicale britannica degli anni ’80 e ’90. Si tratta di un genere che ha preso forma attraverso un processo di evoluzione e ibridazione di diversi stili musicali. La sua storia inizia con il movimento rave britannico degli anni ’80, che si sviluppò intorno alla cultura dell’acid house e della musica techno proveniente dagli Stati Uniti. Questo movimento musicale e culturale ha catalizzato un’ondata di creatività e innovazione nel Regno Unito, dando vita a nuove forme di espressione musicale e di festa. Negli stessi anni, la scena jungle prendeva forma nelle strade di Londra. Le influenze di questa nascente cultura musicale includono il reggae, l’hip-hop, il breakbeat e la musica dancehall giamaicana. I
l suono distintivo della jungle era caratterizzato da ritmi frenetici, campionamenti vocali e basi pesanti, creando un’atmosfera energetica e vibrante. La jungle ha continuato a evolversi negli anni successivi, incorporando sempre più elementi provenienti da generi come il dub, il funk e il soul. Verso la metà degli anni ’90, si è assistito a una svolta significativa con l’emergere della drum’n’bass come genere distintivo.
La drum’n’bass ha preso le fondamenta della jungle e le ha portate a nuovi livelli di complessità e innovazione, con un’enfasi particolare sui breakbeat intricati, le linee di basso profonde e gli effetti sonori sperimentali. Uno degli aspetti chiave che ha contribuito alla crescita della drum’n’bass è stata l’esplosione della cultura dei rave e dei club nel Regno Unito.
I dj e i produttori di questo periodo, come LTJ Bukem, Goldie, Roni Size e DJ Hype, hanno giocato un ruolo fondamentale nel plasmare e diffondere il suono della drum’n’bass. La drum’n’bass ha anche avuto un impatto significativo sulla cultura musicale globale, influenzando generi come il dubstep, il grime e l’electro. Negli anni successivi, il genere ha continuato a evolversi e a incorporare nuove influenze, rimanendo una forza vitale nella scena della musica elettronica contemporanea.
La drum & bass è tornata. Forse non se n’era mai andata, forse si era nascosta nel sottosuolo. La rinascita intergenerazionale è sempre stata comunque dietro l’angolo.
Nel Regno Unito, nei festival, il genere spopola. Dal 2021 si è tornati a parlare di revival del D’n’B mutuato al mainstream, semplicemente anche perché si sta vivendo un momento diverso in quello degli anni Novanta e di quella jungle nata dalla scena rave britannica degli anni ’90 come musica nera nostrana. Erano i tempi di Fitzroy Heslop aka Fabio e Raymond Bingham aka Grooverider prima e di Kemistry e Storm poi e in seguito di Clifford Joseph Price aka Goldie e i suoi Metalheadz, e di Diane Charlemagne che elevò il brano “Inner City Life” da canzone semplice a super hit, senza dimenticare la crew di Roni Size, i Reprazent. Ma anche nomi come Decoder (Darren Beale) e Substance (Mark Morrison) hanno detto la loro.
Goldie poi piaceva a David Bowie e diventò una celebrità recitando anche in un film di James Bond. I remix in chiave drum’n’bass di brani R&B, soul, con il supporto del movimento Underground UK dall’area del quartiere di Brixton, a Londra, hanno poi contribuito molto al consolidamento della scena, come a prendere le distanze da tutto il resto della dance mainstream.
In Gran Bretagna, la drum’n’bass ha generato sottogeneri e ha favorito una impollinazione meticolosa e incrociata. Fabio ha inaugurato una variante house, piena di sentimento e d’atmosfera con la sua compilation “Liquid Funk”, poi associata ad artisti del calibro di High Contrast. Gli olandesi Noisia e gli australiani Pendulum hanno solo decenni dopo scatenato il loro ibrido mix fatto di jungle, chi con il neurofunk (i primi) e chi con l’heavy metal (i secondi). Con la benedizione di Chase & Status che portano il verbo costantemente nei festival. È emerso solo dopo l’avvento del digitale, come una vera contraddizione, il basso e batteria riprodotto live con strumentazione non solo elettronica ma anche tradizionale, lo sa bene Sian Evans dei Kosheen.
Goldie più volte ha criticato i Pendulum per non aver mai riconosciuto le radici del genere. Solo incontrando il pop la drum’n’bass ha cambiato strada strizzando l’occhio alle classifiche e il merito di questo crossover va ritrovato nelle attività dei Rudimental.
E non solo: Vicky Beverly Walker, ossia PinkPantheress, ha contribuito a rimettere in discussione le regole del gioco. L’autrice è diventata virale con i suoi micro-bops su TikTok, non è emersa attraverso la scena dei club o facendo circolare bootleg sotto forma di dischi in vinili. PinkPantheress ha serenamente campionato “Circles”, un brano degli anni ’90 di Adam F ed è salita alla ribalta vincendo un contest organizzato da BBC nel 2022.
Intanto, la drum & bass sta diventando sempre più fluida. Sempre più generi sembrano si stiano aprendo alle contaminazioni. Ci sono ancora i puristi.
Ma chi fa musica ha sempre meno regole, col trascorrere del tempo. Lavorare negli studi di registrazione spesso non è cosi gratificante a livello economico e così la strada intrapresa dai produttori è diventata almeno quella della piacevolezza, del divertimento e della sperimentazione. Nel 2024, la drum’n’bass ha iniziato ad andare oltre i parametri di un loop e di una velocità che rimbomba a 174 battiti al minuto. Nelle palestre, nei supermercati, negli smartphone su un mezzo pubblico o prima di una partita di calcio, la drum’n’bass dilaga, si diffonde nell’aria, oltrepassa i limiti della sottocultura e si avvicina nuovamente e pericolosamente al mainstream.
La drum’n’bass è sempre stata la sorellina minore all’interno della famiglia della bass music, destinata a risiedere all’ombra della house e della techno. Mentre il movimento ha fatto affidamento sul talento vocale degli MC fin dai suoi esordi, stiamo sempre più assistendo a una tendenza di vocalist con pochi legami precedenti con il genere che saltano sul carro dei vincitori, convinti o dal suo potenziale redditizio, o da un genuino interesse musicale. Anche i dj, i cantanti e le celebrità della dance stanno vedendo grandi opportunità nel settore della drum’n’bass, anche gli amanto dei quattro-quarti come Martin Garrix. Il nuovo approccio opportunistico al genere presenta un bel dilemma per coloro che sono già sulla scena.
Per molti anni, la community è stata orgogliosa della propria inclusività, accogliendo persone provenienti da ogni tipo di background.
In effetti, questo è uno dei fattori che ha contribuito al sentimento sorprendentemente speciale e comunitario che quasi tutti i raver sperimentano, così come alla crescente varietà di sottogeneri che si sviluppano all’interno della scena. È grazie alla varietà di influenze introdotte nel genere che nuovi ed entusiasmanti gusti sonori vengono spinti avanti nel mercato. La diversità ha senza dubbio un’influenza positiva. Di conseguenza, è particolarmente difficile dire chi dovrebbe e chi non dovrebbe produrre drum’n’bass o associarsi pubblicamente alla scena. Ma quando si parla di celebrità online, qualcosa di certo non quadra. Molti raver sostengono che la crescente popolarità del genere porterà il riconoscimento che merita. Per molti anni e in certi ambienti, rivelare il proprio amore per la drum’n’bass è stato come confessare un peccato. La paura più grande per il futuro, invece, è la diluizione della cultura della musica elettronica.
La drum’n’bass potrebbe continuare a esplorare nuove frontiere sonore, incorporando tecnologie emergenti e strumenti musicali innovativi per creare nuove texture e atmosfere. Come già accaduto in passato, potrebbe continuare a fondersi con altri generi musicali, dando vita a nuove fusioni e sottogeneri. Questa fusione potrebbe coinvolgere stili come il jazz, il funk, il soul o addirittura generi non convenzionali come la musica classica o l’elettronica sperimentale. Innovazioni nel sound design e nella produzione:
Con lo sviluppo continuo della tecnologia musicale, i produttori di drum & bass potrebbero esplorare nuove tecniche di sound design e produzione per creare suoni sempre più complessi e avvincenti.
Il genere ha già una presenza globale ma potrebbe continuare a diffondersi in nuove regioni del mondo. Influenzando e venendo influenzata da diverse tradizioni musicali e culturali.
Nonostante le innovazioni continue, tuttavia, potrebbe esserci un ritorno alle radici della drum’n’bass, con artisti che si ispirano al suono originale della jungle e del primo periodo della drum’n’bass per creare una sorta di revival del suono classico.
(Riccardo Sada x Sada Says x AllaDisco)