Stanno per arrivare Miami Music Week e Winter Music Conference e noi discotecari giochiamo splendidamente d’anticipo, perché siamo al top (as usual) con Danny Druce… Ovvero, vi facciamo leggere una super interview ad un dj che vive e lavora a Miami. Il suo nuovo singolo, “I Feel the Energy”, esce il 19 aprile su Rainbow Recordings / Jaywork. “Ha sonorità classic house”, racconta.
Ci racconti com’è la scena musicale di Miami?
La scena musicale di Miami è difficile da mettere sotto un unica etichetta. Miami rappresenta un insieme di culture, che ovviamente si fondono nel sound e nelle sonorità di questa realtà unica. Latino, House, EDM, Techno batte forte in ogni angolo di Miami.
E la Winter Music Conference di Miami, come si è evoluta negli anni?
La Winter Music conference continua ad evolversi, anche se onestamente sento che sta perdendo un pò il fascino dei tempi, dove si portava la musica nuova, la tendenza della prossima estate e così via dicendo. E’ una settimana dove si possono incontrare ed ascoltare i DJ migliori, i pool party più pazzeschi ma per poi finire nel carrozzone dell’ULTRA.
Come vedi la scena musicale dance italiana in questo periodo, tu che la vedi dall’estero?
Ma sono molto sorpreso dalla scena italiana, che ancora una volta la fa da padrona all’estero. Siamo sempre i numeri uno del clubbing, con punte di mainstream come il progetto Meduza.
Esportiamo tantissima Tech-House e Techno di altissimo livello. Il Pop strizza l’occhio agli anni 80’ quando tra dance e pop, non c’era molta differenza.
Che sonorità secondo te funzioneranno nell’estate 2024?
Le sonorità di quest’estate. Non so ancora, ma sicuramente qualcosa di fresco o classic. Qui purtroppo non è l’estate dei tormentoni, è sempre bello sintonizzarsi sulle frequenze italiane e sentire cosa si suona.
Come vedi il panorama musicale internazionale? E il clubbing?
Da “vecchio” dico che il panorama musicale avrebbe bisogno di più qualità. Ricevo ogni settimana tracce che sono insuonabili, quanto non l’idea che c’è dietro ma la qualità del mix e master. Le etichette ma soprattutto Beatport, Spotify dovrebbero avere più controllo su quello che esce. Il Clubbing… Credo che non esistano più i clubber o si siano estinguendo. I club, esistono ancora e vanno forte specialmente qui a Miami, o Las Vegas, ma i Clubber non sono quelli di Ibiza o delle mitiche serate sulla riviera romagnola.
Che consigli daresti a chi si approccia oggi al lavoro del dj?
Perché è ancora un Lavoro? Lol ! Siate differenti, e seguite il vibe che proviene dalla pista, non mettete le tracce perché le mette quel dj, suonate con il cuore, non chiudetevi in etichette e fate ballare la gente, è quello che conta!
Elencaci 3 dischi, recenti o più vecchi, che sono essenziali per raccontare chi sei musicalmente… e spiegaci perché
- Sueno Latino di Sueno Latino : Il primo vinile che ho acquistato e che ho suonato. Quel giorno avrei deciso che sarei diventato DJ.
- Hot di INNA, il disco che ha lanciato il progetto DANDEEJ e che mi ha fatto conoscere internazionalmente con i vari remix realizzati e le collaborazioni.
- Dreamer’s corner di Vitodito e Talamanca su etichetta ENCANTA, il brano che sulla spiaggia di Ibiza mi ha fatto prendere una nuova direzione musicale, melodic progressive ed lanciare il progetto Druce che ancora è tra i miei più di successo.
Danny Druce, cosa pensi del bel periodo delle discoteche? E dei concerti, in Italia e negli USA?
Sono diventato papà 3 anni fa. E tutto bello, ma discoteche? Concerti? Chi, dove, quando?
Come vedi il futuro di chi vive di musica o vuole organizzare eventi?
Bene, l’AI non potrà mai sostituirsi ad un’artista o a chi organizza eventi. Qui negli USA certamente è molto più soddisfacente, perché c’è sempre stato un pubblico più facile e meno esigente. Ma in Italia siamo campioni di qualità.