Ho incontrato Nicola Zucchi, uno dei dj più scatenati d’Italia (isole comprese). Sempre super figo nel vestire (ama alla follia il vintage), è da sempre legato alla house, soprattutto quella anni ’80 – ’90. Sul suo lavoro di dj dice una cosa bellissima: “Per me il dj è prima di tutto un collezionista di dischi che propone musica che magari non arriva subito a tutti, mica una star che dall’alto del palco dà la benedizione a tutti”, racconta. E in questo assomiglia a un artista che ho sentito personalmente molto vicino, Claudio Coccoluto. Questo tipo di approccio manca un po’ oggi, ma chissà che non torni. La figura del dj star, forse, è un po’ in calo. Anzi, è in calo molto. Zucchi ha appena remixato “Touch Me” dei 49ers, brano uscito su UMM.
Lorenzo Tiezzi: quando ascolto la tua musica live o le tue produzioni, sento una grande allegria, cosa che è importante per un DJ, no? Perché sennò noi della dance e del pop facevamo tutti musica diversa, che so, tipo Beethoven… Tra l’altro questa allegria, mica è in contrasto con la qualità musicale. Anzi.
Nicola Zucchi: sono pienamente d’accordo con te e sono anche felice che tu mi dica questa cosa, perché vuol dire che allora alla fine riesco anche a trasmetterla. Per me è un grande complimento e ti ringrazio.
Lorenzo Tiezzi: che tipo di sonorità stai proponendo in questo momento? Perché è un momento veramente molto complicato, funziona tutto o niente. O mi sbaglio?
Nicola Zucchi: le tendenze vanno e vengono. Io cerco di rimanere il più fedele possibile all’House Music, ispirandomi a tutto ciò che arriva dagli anni 70, 80 e 90, quindi. Propongo spesso Remix e re-edit di dischi di quel periodo, oppure uso sample di quel periodo. E’ un po’ una mia caratteristica. Hai presente la Porsche 911 che è sempre uguale dagli anni 70, però è sempre attuale? Qualcosa di simile. Cerco di portare sempre quel tipo di sapore un po’ retrò, anche sulle novità. Ecco perché sono così contento di aver potuto remixare “Touch Me” dei 49ers, un disco del 1989. E’ un vero classico a cui ho dato solo un po’ di ‘sprint’ in più. Ha delle voci incredibili poi…
Lorenzo Tiezzi: è vero, “Touch Me dei 49ers è veramente una bomba. E’ bello per un dj poterla oggi riproporre nei club. Ricordo ancora una tua serata con Samuele Sartini allo Snoopy di Modena. Avete proposto un sacco di tracce anni ’80 che non sentivo da vent’anni o di più…
Nicola Zucchi: è quello che mi piace, nel senso andare a scovare un po’ il disco che non tutti capiscono subito, che comunque ti dia un po’ quel sapore in più. E’ una cosa viene notata sempre in meno, perché ovviamente non tutti hanno la cultura musicale per ricordare… ma non conta. Adoro la possibilità di poter riproporre oggi non solo le hit, ma soprattutto le B side, magari in club piccoli, dove l’atmosfera è quella di una festa tra amici. Il tempo dice se un pezzo funziona solo per un po’ oppure può diventare un classico.
Lorenzo Tiezzi: non è facile fare una distinzione e soprattutto quando si ripropone musica del passato è molto fastidioso risentire brani brutti già in passato. Negli anni ’80 io amavo Sade, i Timex Social Club o i Fine Young Cannibals, senz’altro non gli Opus con “Life is Life”.
Nicola Zucchi: senz’altro negli anni ’80 si ascoltava musica molto diversa, canzoni molto divese tra loro, molto più di oggi. Il rock ed il pop erano molto interessanti. Oggi, purtroppo, noi DJ spesso suoniamo mash up, forse per necessità. Io sto iniziando a usarli sempre meno… preferisco magari suonare una versione originale di un disco vecchio e vedere cosa succede sul dancefloor.
Lorenzo Tiezzi: sei una persona modesta ed il tuo sogno è reinterpretare i classici, che bello…
Nicola Zucchi: A me il DJ – padre eterno che dall’alto di un palcoscenico dà la benedizione a tutti i sudditi sotto mica è mai piaciuto. Ecco perché preferisco i club, anche quelli piccolissimi, dove c’è una situazione più intima, dove si entra in empatia col pubblico. E’ il mondo della classica festa in casa… magari, all’ultimo secondo, metti un disco che nessuno si aspetta, e allora tutti si mettono tutti a cantare, oppure metti un lento, perché no? A un festival tutto questo non lo puoi fare.
Lorenzo Tiezzi: queste cose le diceva sempre Claudio Coccoluto… E poi le faceva pure. Anche tu magari nella tua carriera hai fatto delle scelte diverse da tanti… Anche perché la performance del dj, esteticamente, è povera e brutta. Serve infatti per far ballare. Vuoi mettere un ballerino o un chitarrista? Ecco perché ai festival c’è bisogno di tutto l’apparato spettacolare stile Tomorrowland… le persone sono rivolte verso il palco e ballano solo un po’.
Ma è in un club oppure quando la musica diventa l’essenziale che chiudi gli occhi e balli. Il dj da palco ha avuto un apice, ovvero Tiesto nel 2000 alla Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi di Atene ha dato il via al periodo d’oro che forse si è chiuso nel 2012 con “Don’t You Worry Child” degli Swedish House Mafia… sono più di 10 anni che i dj star sono in calo e che pure David Guetta deve inventarsi di tutto per restare tale. Certo, ci riesce, ma che fatica che fa lui… e che fatica che fanno tutti gli altri. Noi ascoltatori, semplicemente non ne possiamo più…
Nicola Zucchi: A proposito di Swedish, intorno al 2010, pure io presi la mia sbandata per quel mondo, tutto il mondo nord europeo. Il mondo svedese. Vedevo quel sound come una evoluzione della House Music. Un brano come “Leave the World Behind” mi ha cambiato la vita… però dopo 5 o 6 anni, quel tipo di EDM, per me è diventata per me inascoltabile, troppo dura, troppo cattiva e quindi sono tornato a sonorità più classiche…
Lorenzo Tiezzi: in realtà ancora oggi “Leave the World Behind” si ascolta volentieri perché un capolavoro… il problema di quel tipo di musica è che si è fermata perché era diventata estremamente ripetitiva.
Ti è piaciuta questa chiacchierata? Oppure no? La cosa importante è che sia piaciuta prima di tutto a noi, Lorenzo & Nicola, poi se piace pure a voi siamo tutti contenti… e siccome è stata tutta interessante la lasciamo qui, a metà. Per pubblicare presto la seconda metà. TUTTO AGGRATIS. Come sempre su AllaDisco. Buona house a tutti.
(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)