ADAB IMS Ibiza 25 Day 3: label, ragazze che ballano & dintorni

ADAB IMS Ibiza 25 Day 3… ovvero ultimo giorno.

Che succede a Ibiza? Ora che la stagione non è ancora iniziata ma tutti gli addetti ai lavori sono sull’isola a incontrarsi (o a perdere tempo o a fare tutte e due le cose?) Ve lo scriviamo solo noi, in differita, di poche ore

Interessante conferenza tra Alex Breston di Beatport e Pete Tong (che si esibirà a dalt Vila dopo essersi esibito mercoledì scorso al Tantra assieme agli studenti della sua Academy), riguardo alle release.
Sempre più artisti preferiscono pubblicare con le proprie etichette, o accettare solo le licenze a breve termine, spesso evitando la strada delle major. Come fanno? Abbracciano invece le opzioni di distribuzione delle major che hanno inglobato la maggior parte delle indipendenti.


Una di queste è Make The Girl Dance (seconda conferenza, etichetta di Hugel, tra l’altro premiato ieri al Beatport Awards come artista più acquistato – dai colleghi DJ, dai comuni mortali, che ascoltano su Spotify NDR– del 2024), che sta riscuotendo un successo strepitoso. In questo panel il team ha raccontato le fatiche per costruire un’identità (ora fondamentale per emergere), e su come si sono ritagliati uno spazio in un mercati incredibilmente competitivo. Gli investimenti sono parecchi, anche considerando la residenza della label all’Hï Ibiza questa estate…

OK, investimenti. Ma ora arriveranno pure i soldini, visto che Hï Ibiza, mica è iun localino. E Hugel non è il primo che passa. Se cercate tra le stories di AllaD!sco ne trovate una rubata a YouBeat (un sito da leggere sempre, ci piace): Hugel ha detto di aver chiamato la sua labe così, far ballare le ragazze, perché è quello il vero scopo di ogni DJ. Se ballano loro, è fatta.


La terza conferenza a cui ho partecipato, è sempre legata alle label, uno degli speaker era Kevin McKay di Glasgow Underground. Si è parlato del divario tra i guadagni di produttori e dj, e di come si possono supportare al meglio gli artisti. Ad esempio le piattaforme si chiedono quale potrebbe essere un futuro più equo perché le royalties sono spesso un problema.

(Alessandro Br1 per ADAB x AllaD!sco, in collab. con la redazione di AllaD!sco)