Cari DJ “emergenti”, la musica non è una gara… e se la ami, il successo non può essere l’unico obiettivo (Tiezzi Says)

Cari DJ “emergenti”, la musica non è una gara… e se la ami, il successo non può essere l’unico obiettivo, ci spiega Lorenzo Tiezzi nella saga Tiezzi Says by MIX

Traduciamo liberamente da MixMag UK e vi diamo poi il nostro (senz’altro geniale) parere.

Un nuovo sondaggio condotto dalla Pete Tong DJ Academy ha condiviso i suoi risultati durante un intervento del CEO Alex Tripi all’International Music Summit (IMS) di Ibiza lo scorso 23 aprile.

Il sondaggio è stato sottoposto a 15.000 DJ e produttori (ovvero DJ “emergenti) che utilizzano la Pete Tong DJ Academy, e i risultati indicano preoccupazioni circa l’accessibilità del settore per i nuovi artisti e il predominio dei social media nella musica dance. È emerso che il 62% dei DJ e produttori emergenti intervistati ritiene che “l’industria della musica elettronica sia un club chiuso”, mentre il 61% ha espresso l’opinione che “oggi i numeri dei social media contano più dell’abilità musicale”. Un DJ-produttore francese di 24 anni ha dichiarato: “Ogni post [sui social media] mi sembra un test. Se fa flop mi sento un fallito”.

Il 35% degli intervistati (DJ “emergenti“) si sente più positivo riguardo alle proprie possibilità, affermando di ritenere che “se si persiste e si ha resistenza, succederà”, in riferimento all’ingresso nel settore e alla costruzione di una carriera. Altre domande del sondaggio hanno esplorato la salute mentale nel settore: il 52% degli intervistati ha dichiarato di aver provato ansia o burnout, mentre il 31% ha pensato di abbandonare del tutto la musica nell’ultimo anno.

Bene, vado per punti con il mio commentone di 53enne laureato in musica al DAMS nel 1996. Avrei voluto fare la rockstar e non ce l’ho fatta per cui qualcosa ne so. Soprattutto di insuccesso.

1) Quasi tutti i DJ “emergenti” non emergeranno mai. Per fortuna.

Infatti quasi tutti quando abbiamo una passioncella (che di solito non è vera passione) arrivamo in quella cosa ad un livello da 6, se va bene 7. Per campare di quella cosa devi arrivare di solito almeno a 8 e mezzo. Infatti è il voto che avevo io in Italiano era: 8 e mezzo. Campo soprattutto scrivendo dal 1995. Non è un caso. Ma io suono ancora. Se smetti di suonare perché non “hai successo” non ami la musica. Se smetti allora sì che sei un vero fallito.

2) Se ami davvero una cosa, la fai tutta la vita. Io suono, canto e corro. Quasi ogni giorno. Non sono un grande atleta e non ho guadagnato un euro della mia musica nella vita, forse 2000 euro in totale facendo pianobar. Quasi tutti coloro che vogliono fare il DJ non vogliono fare il DJ. Vogliono fare i soldi e avere ‘successo’ facendo il TOP DJ. E’ un’altra cosa. E non capita a tutti, capita ai più fortunati e di solito a persone che sono anche molto belle, come sempre nello spettacolo dai tempi di Elvis Presley, che infatti era bravissimo e BELLISSIMO. Fu scelto perché era la risposta bianca a Chuck Berry. Ma vuoi dirgli qualcosa, a Elvis? Aveva qualcosa in meno di Berry? Non era un genio pure lui?

4) Il successo spesso bacia anche chi non è così bello. Lucio Corsi a me sempre un ragazzo normale, ma è arrivato al successo nel 2025. Primo album nel 2015. Chi ha questa perseveranza? Solo chi ama la musica anche quando se la suona da solo nel cesso di casa. Troppi DJ “emergenti” non amano la musica. Vorrebbero solo essere i numeri uno. E gli viene l’ansia. Tenetevela.

5) L’artista, anche il vero artista, di solito ha un ego ed una sensibilità iper sviluppate e guarda troppo spesso anche al denaro. Michelangelo era avaro, per dire. Leonardo voleva fare la bella vita. L’artista “emergente”, concetto che non esiste, perché se sei un genio a inizio carriera sei già emerso, se sei un cane lo resti per sempre. La sensiblità degli artisti è sopravvaluta. Chi più soffre più scrive cose belle, di solito.

6) “il 31% del DJ emergenti ha pensato di abbandonare del tutto la musica nell’ultimo anno”, ci dicono. Peccato, si sperava foste di più, ad abbadonare. Se abbandoni, non ami la musica.

7) Il pubblico è l’unico giudice nel successo immediato e la storia dà la vera importanza nel tempo. Oggi magari la musica di Frankie Knuckles piace meno di quella di Peggy Gou, ma tra 100 anni il primo sarà ricordato, la seconda non credo. Entrambi hanno sempre ragione, il pubblico e la storia.

8) L’unica cosa da sapere sul successo nella musica e nel fare i DJ che la musica NON è una gara. Ma oggi siamo tutti in gara. Se ami il calcio giochi anche in serie Z, non puoi avere come obiettivo diventare un calciatore professionista.

9) Bene fare i corsi (che però ieri non faceva nessuno e però si facevano HIT mondiali e oggi non si fanno più le hit. O no? E’ il pop che fa le hit. O no? Forse sarebbe bene ricordarselo); bene andare ai meeting a fare PR (dove una volta andavano solo gli addetti ai lavori veri), ma se fai musica banale, cosa vuoi combinare nella vita?

10) Date una letta qui. Il Maestro Marco Trani, da vivo, fu dimenticato da tutti i colleghi “top DJ”. Figurati al mondo cosa importa dei problemi dei DJ ‘emergenti’.


(Lorenzo Tiezzi)