Cesare Cremonini, il più bravo che c’è, torna con “Ora che non più te” / Tiezzi Says

“Ora che non più te”, il nuovo singolo di Cesare Cremonini è una bella canzone. Anzi no. Bellissima.

Il nuovo singolo di Cesare Cremonini conferma ciò che in fondo sapevamo già. Ovvero il cantautore bolognese è l’artista più bravo della sua generazione, l’unico in questo momento così piatto nel pop italiano a provare a fare musica (pop) all’altezza di altri, tipo Dalla o Vasco di qualche anno fa.

Certo, mica sempre riesce. Certo, a volte fa cose forse troppo facili, immediate già al primo ascolto come l’inciso del suo nuovo singolo “Ora che non più te”… Succede anche ai Coldplay, sia chiaro. Ma è solo l’inciso. La strofa e soprattutto la struttura di questa (lunga) canzone è vincente, quasi innovativo

Certo, Cremonini un dannato professionista, anzi è troppo professionista. I suoi concerti sono più pop che rock… ma averne. Averne di artisti così. E’ l’unico artista dei ‘vecchi’ cantautori a cantare con l’intensita di Sfera Ebbasta e delle star della scena urban italiana. Ai suoi ‘vecchi’ fan senz’altro Sfera non piace, ma si può star certi che Cesare Sfera lo ascolta. Eccome. Come credo ascolti The War on Drugs. Questo pezzo mi ricorda un po’ il singolo di Cremonini, anche se non c’è una sola nota in comune…

(Lorenzo Tiezzi)

Chiudiamo un bel copia e incolla da Il Messaggero

Dopo due anni di silenzio discografico e di assenza dalle scene, Cesare Cremonini riapre il suo sipario. E lo fa annunciando un nuovo album (anticipato subito da un singolo) e un tour che nell’estate del 2025 lo vedrà tornare ad esibirsi nei principali stadi italiani, Olimpico di Roma compreso. Allo scoccare della mezzanotte di domani, martedì 24 settembre, arriverà sulle piattaforme di streaming Ora che non ho più te, il spario che si apre quello che il cantautore bolognese definisce come «un progetto fatto di tante scenografie che svelerò canzone dopo canzone»: «In questo brano c’è tutta la voglia di tornare a parlare un linguaggio più reale, delle cose che vivo, senza nascondermi. Sto attaccato alla vita: lavoro, viaggio, conosco, mi butto nelle esperienze. Anche le scelte musicali rispecchiano questo atteggiamento, è un brano che vuole farti cantare, urlare, ballare con i piedi per terra».