Caro Remix, addio (Sada Says)

Ci sono diverse ragioni per cui i remix sono meno prevalenti oggi rispetto agli anni ’90, e non si tratta solo di una singola causa.

L’era digitale, le piattaforme di streaming e i social media hanno trasformato il modo in cui la musica viene scoperta e consumata. Negli anni ’90, i remix erano un mezzo per mantenere una canzone rilevante più a lungo e per raggiungere nuovi pubblici. Oggi, con la musica a portata di clic e algoritmi che suggeriscono nuove canzoni, l’importanza commerciale dei remix è diminuita.

La musica pop è diventata sempre più influenzata dalla musica dance, integrando elementi che un tempo erano distintivi dei remix.

Questa fusione ha ridotto la necessità di remixare canzoni pop per renderle adatte alla pista da ballo, dato che molte tracce pop moderne sono già orientate verso il dance. L’uso crescente dell’intelligenza artificiale nella produzione musicale ha semplificato il processo di creazione di remix, ma ha anche portato a risultati spesso omogenei e meno creativi. Le AI possono generare remix in modo rapido, ma spesso mancano della profondità artistica e dell’originalità che i remix dei migliori dj produttori “umani” possono offrire.

I mash-up, che combinano elementi di due o più canzoni diverse, hanno guadagnato intanto popolarità e hanno in parte sostituito i remix tradizionali.

Le etichette discografiche hanno ridotto i budget destinati ai remix a causa della diminuzione delle vendite fisiche e dell’aumento della pirateria negli anni 200 diventando più conservatrici, commissionando remix solo se garantiscono risultati prevedibili e sicuri, limitando così l’innovazione e la creatività. I remix tendono a essere più lunghi rispetto ai brani originali, ma le piattaforme di streaming e i formati attuali favoriscono canzoni più brevi e con introduzioni concise. Questo cambiamento di formato ha reso i remix meno adatti per le classifiche e meno richiesti dai consumatori. In sintesi, la combinazione di questi fattori ha portato a una diminuzione della prevalenza dei remix nella musica contemporanea. Mentre esistono ancora remix creativi e innovativi, le dinamiche del mercato musicale e le preferenze dei consumatori hanno cambiato il ruolo e l’importanza dei remix nel panorama musicale odierno.

Come riporta il The Guardian in un articolo pubblicato verso la fine del mese di giugno del 2024, negli anni ’90 un remix dance azzeccato poteva far decollare o addirittura resuscitare una carriera.

Prendiamo ad esempio il remix di Fatboy Slim di “Brimful of Asha” dei Cornershop: ha portato una band indie sconosciuta in cima alle classifiche britanniche.

Andrew Weatherall ha salvato i Primal Scream dall’oscurità con il suo remix della loro ballata “I’m Losing More Than I’ll Ever Have” (che divenne “Loaded”), mentre il remix di Todd Terry di “Missing” degli Everything But the Girl ha dato nuova vita alla band nel mondo della musica elettronica.

Kelli Ali ricorda come il remix di Armand van Helden del 1997 di “Spin Spin Sugar” della sua ex band Sneaker Pimps abbia introdotto il loro nuovo suono a un pubblico che forse cercava qualcosa da ascoltare dopo una notte in discoteca. “Significava che la nostra musica arrivava a un’intera generazione di clubber hardcore”, dice Kelli Ali al The Guardian.

“Ho amici che ancora ballano su quella traccia, il che è epico in termini di longevità per un remix”. Nel 2024, i classici degli anni ’90 sono ancora ascoltati, ma i remix non hanno più l’impatto commerciale di una volta, secondo Wez Saunders, CEO dell’etichetta di musica house Defected. “L’era digitale, le piattaforme di streaming e i social media hanno cambiato il modo in cui la musica viene consumata. Oggi i remix non portano necessariamente a grandi successi nelle classifiche”.

I remix hanno radici nella scena disco degli anni ’70, quando i singoli da 12 pollici permettevano a produttori come Tom Moulton e Walter Gibbons di creare versioni estese delle canzoni.

Negli anni ’80, Shep Pettibone e Jellybean Benitez hanno continuato questa tradizione, remixando star come Madonna, Pet Shop Boys e New Order. Ma è negli anni ’90 che il remix ha davvero prosperato, specialmente nel Regno Unito, quando la musica dance dominava le classifiche. Il produttore Armand van Helden ha trasformato un ritornello di basso dimenticato di “Professional Widow” di Tori Amos in un inno dance, mentre Paul Oakenfold e Steve Osborne hanno trasformato il groove goffo degli Happy Mondays in hit indie dance.

Nel 1998, la lista di Mixmag dei migliori remix includeva successi come “It’s Like That” di Run-DMC remixato da Jason Nevins e il citato “Brimful of Asha” remixato da Fatboy Slim. Secondo Paul Woolford, nominato per come miglior remixer ai Grammy 2023, i remix degli anni ’90 erano “audaci e spesso superavano l’originale; erano molto più che semplici utilità”.

Oltre a essere artisticamente coraggiosi, i remixer con il loro lavoro potevano avere un impatto duraturo nel mercato. Il remix di “Missing” di Todd Terry per gli Everything But the Girl aprì un nuovo capitolo creativo e commerciale per il duo, portandoli nel mondo della house e drum’n’bass.

Oggi, i remix che ottengono popolarità tendono a essere quelli con nuove strofe aggiunte a tracce rap o pop, spesso per aumentare gli streaming.

Ci sono state eccezioni, come la versione di Ice Spice di “Boy’s a Liar” dei PinkPantheress ma la maggior parte dei remix moderni non ha la stessa carica e verve artistica di un tempo. Negli anni ’90, le etichette discografiche riempivano il mercato con più formati di singoli per scalare le classifiche ma con l’avvento di Napster e della banda larga i singoli su cd sono spariti e i budget delle etichette sono stati ridotti. E poi i remix tendono a essere lunghi e ultimamente i dischi lunghi non entrano più nelle classifiche a causa dello streaming, come osserva il dj londinese Erol Alkan.

Questo ha portato a un conservatorismo tra le etichette discografiche che commissionano remix in modo utilitaristico. Woolford nota che molte etichette vogliono risultati prevedibili limitando l’audacia dei remix. Il declino dello specialista del remix dance è evidente. Morte al remixer. Negli anni ’90, gente van Helden e MK era famosa per i remix e oggi non sarebbero così essenziali. Però ci sono ancora speranze. Jesse Saunders crede che i remix giochino ancora un ruolo nella scoperta degli artisti e Alkan cita esempi recenti di remix artistici di successo. Sarà ma qui è cambiato davvero tutto. 

Non credete?

Riccardo Sada x AllaDisco