Superfan? No, superpirla (Tiezzi Says)

Sei un superfan di un artista? Sei pure contento. Non esserlo. A meno che tu abbia 15 anni non è logico. La musica è più grande di tutti, anche di Mozart. La musica di Mozart è più grande di Mozart, che magari era pure antipatico. E cattivo. E chi se ne frega.

E invece oggi no. Oggi, nel mercato maturo della musica, che monetizza un po’ tutto, non sa creare superstar se non rarissime (Taylor Swift, BTS , Sfera per l’Italia e poco più) ma crea mille piccole star con tanti piccoli superfan. Ce li abbiamo anche in Italia, i superfan. Quelli che per Springsteen o Vasco (metteteci il nome di chi volete, anche degli AC DC o di una star della classica) spendono volentieri 150 / 200 euro per un biglietto di un concerto che già conoscono a memoria…

Ma poi non si prendono Spotify Premium o Apple Music a pagamento, così non sentono mai davvero LA MUSICA. Siete un problema, avete un problema, cari i miei superfan. Non è facile capire quanti sono gli abbonati a servizi di streaming musicale in Italia. Su 60 milioni, quanti sono i veri amanti della musica che non siano magari 80enni con una libreria musicale c’è ‘piena’?

Fan sta per fanatic ovvero fanatico. Ovvero per bischero a Firenze e pirla al Nord. Al Sud credo si dica semplicemente scemo. Ci dicono gli espertoni che è il momento dei superfan musicali, gli unici in grado di comprarsi il prodotto fisico oggi che la musica è digitale e solo in streaming.

La situazione è questa ed è triste.

Cambierà? Boh. Forse no. Senz’altro la musica è un mercato maturo e non si può che prevedere un suo calo nel breve, nel giro di 10 anni o forse prima. I festival musicali dance, dove conta più “l’esperienza” di chi è sul palco sono una bella innovazione? Artisticamente forse no (anzi senz’altro no) ma a livello di innovazione anche tecnologica, qualcosa c’è.

Altro? Ben poco. Quasi niente.

(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)