Il dj è un artigiano. Come mille altri. Essere un artista e un Artista è un’altra cosa. Diversa. Lo scrivo oggi che che è il Primo maggio, la festa del lavoro.
“Scrivere non è una professione. E’ una vocazione, una chiamata” (Paul Auster, scrittore).
Che so, fare il dj è come fare il fotografo da matrimoni o il foto reporter, il pittore ritrattista che vende quadri a ricchi e poveri perché sa farli somiglianti, il musicista che fa pianobar o il musicista di liscio e pure il turnista che lavora in studio o live suonando musica di altri. E’ abbastanza simile come mestiere anche al designer di moda.
Il dj mette musica d’uso, ovvero musica che serve a qualcosa, quella che fa ballare. C’è anche la musica sacra che serve nelle funzioni religiose, oppure quella da parata o da guerra. E c’è poi la musica ‘classica’, per sedersi ai concerti seri e sentirsi buoni cittadini di cultura… Poi c’è l’Arte, che ogni tanto entra in questi ambiti. A volte. Spesso no.
Per questo il dj è un artigiano. A volte un Artista. Mica sempre. Quindi va bene se celebra la Festa del lavoro. Non va bene se si sente Mozart e vuole il successo. Anche perché Mozart, un GENIO, ne ebbe poco in vita sua…
Chiunque faccia mestieri come il dj, lavora, certo, con la sua creatività. Usa molta più creatività di un calzolaio, di chi lavora alla poste. Anche io, che faccio il PR / ufficio stampa / storyteller – raccontatore di cose a parole scritte o parlate (…), sono prima di tutto un artigiano. Quando lavoro come PR, non sono certo un artista con la A maiuscola. Se non venissi pagato, mica racconterei la storia dei miei clienti che trovate qui. Farei altro. A lavorare spesso mi diverto. Ma è lavoro, prima di tutto.
Devo fare una certa cosa, raccontare e devo farla bene. Se invece mi metto scrivere qualcosa di mio, perché lo sento, ad esempio adesso, a volte sono un artista. Perché nessuno probabilmente mi pagherà e vado in un territoritorio sconosciuto, quello in cui mi invento delle cose. Tipo il pensiero iniziale, che ripeto qui sotto.
Queste parole non sono lavoro. Forse non sono manco arte. Senz’altro sono mie e sono creatività. Sono riflessioni senza rete, magari folli, che mi arrivano dopo aver visto una delle mostre più belle della mia vita, quella di Franco Fontana a Brescia (Santa Giulia). Vedi foto. Fotoreporter per un periodo, ha poi fatto l’artista come fotografo “pittore” e in una intervista alla fine della mostra spiega bene la differenza tra ‘essere mandato a fotografare una diva” e fotografare il mondo ricreandolo da zero, mettendo al centro la sua anima. Quella del fotografo, mica il mondo. Chi se ne fotte del mondo e del successo.
Ho appena letto un post acchiappa like e commenti di m2o con su scritto: fare il dj non è un lavoro (con il non cancellato), fare la radio non è un lavoro (con il non cancellato)... E ovviamente ho continuato a pensare. Che tutti oggi vogliamo esprimerci e vogliamo il successo. L’artista e pure l’Artista con Fontana non vuole niente. Fa. Anzi, non può non fare. La differenza è abissale. Cosmica e comica.
Ripeto, per me il dj è un artigiano, quando fa ballare o parla in radio. Un intrattenitore creativo e specializzato. A volte, solo a volte diventa artista. Lo diventa quando a casa propria, senza pubblico e senza successo, si mettere a mettere musica per sé stesso o pe due amici.
E diventa un artista non quando fa un mashup o una cover per ‘aver successo’, ma perché senza non sa stare. Un dj diventa artista anche non suonando la musica che tutti gli chiedono. Se fa prima di tutto la musica del suo cuore e solo quella… E’ dura? Certo che è dura. A volte un dj non può non mettere il pezzo del momento per l’effetto che fa sulla pista. Ma un dj che è anche Artista può sempre non pubblicare cover, finte cover o mash up perché servono al suo brand… e non allla sua Arte. Ecco, un dj artista deve fare quasi sempre scelte poco furbe e molto artistiche. Non deve essere troppo paraculo. Chi me l’ha detta, ‘sta cosa? Un dj, che non suona “commerciale” ma solo house. La sua musica.
Se un dj fa musica puro piacere di farlo non è solo un dj… Certo, a volte il dj diventa anche Artista, ovvero la sua musica, il suo sound, il suo essere diventa così personale e particolare e unico da fare emozionare davvero… e non solo ballare. Non c’è bisogno di scrivere “Titanium” come ha fatto David Guetta per essere un Artista. Anzi ultimamente mi sembra che Guetta sia più artigiano che Artista…
E’ una faccenda complicata, questa distinzione. Ma troppo spesso chi si sente Artista senza esserlo, in realtà, più prosaicamente, vuol essere un dj di successo. Un artigiano.
Fare il DJ è un mestiere artigianale, come mille altri.
Ogni giorno sento dj frustrati. Gente che non sa manco dove sta il Do sulla tastiera, che si deve ‘esprimere’ e può farlo, perché la musica è gratis. Io ogni giorno suono il piano e non mi ascolta quasi nessuno, se non in famiglia, ma quello al dj medio frustrato non interessa. Vuole il pubblico e vuol pure essere pagato per mettere la “sua” musica. Vuole essere Artista, con successo e pubblico… e il portafoglio dell’artigiano di successo. Se ci riesce, bene. Ma ci riescono in pochi.
Volevo solo scriverlo, per me. E l’ho fatto. Ora mi sento meglio.
(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)