Gigi D’Agostino torna live un bel po’ di mesi dopo il suo ritorno sulle scene, a Sanremo. Il comunicatone che leggete qui, secondo me, che ho lavorato con Gigi in Media Records, ho lavorato in Time, in Audioglobe e altrove, dice un po’ di cose “pompate”. Faccio comunicazione anche io, si pompa. Spesso a caso. Non è colpa nostra, è il nostro lavoraccio.
Gigi D’Agostino NON è il padre di niente, purtroppo. Sarebbe stato splendido. La musica dance, però, negli anni ’80 – ’90 non aveva bisogno di padri, ognuno la faceva un po’ come piffero voleva. Non c’è mai stato un padre per il rock. Elvis è stato il Re, mica il padre. Il padre è stato Chuck Berry, ovviamente. Per dire. Tutt’al più poteva essere il RE. Sai che bello…
Avrebbe dovuo essere, invece, Gigi, il padre della musica dance italiana. Mica male no? Un regno piccolo ma belino. Ma non è stato così.
Gigi è stato e per fortuna è ancora oggi, un pazzo scatenato. Un artista o un Artista. Fate voi. Seguito da pochissimi. E’ stato ed è, un innamorato della musica dance / pop perché immediata e magica come la musica popolare del nostro Meridione (M maiuscola). In ogni brano di Gigi si sente un po’ di tarantella (che è pugliese, mica napoletana), quel ballo che almeno una volta all’anno faceva impazzire donne e ragazze, e ballavano, e ballavano “come pazze”, con tutto il paese che le seguiva divertito, perché le aveva morso il ragno, la Taranta.
Tutta questa (bellissima) roba la sentite nella dance, italiana e non? No. Tutt’al più la si sente in certi pezzi di Ed Sheeran o dei Coldplay (e guarda caso proprio Gigi una cover del Coldplay la fece). Ecco perché Gigi non è il padre di niente, e la colpa non è sua. E’ di chi averebbe potuto imparare invece di produrre musica di melma. Di melma. Lo scrivo bello chiaro così si capisce.
Quando Gigi D’Agostino è sul palco e in studio si sente il pop inteso come Popolo e si sente la techno
Quella dei Westbam, per dire. Se tutto questo è dance, così diverse dal revival dance house / dance anni ’90 che sentiamo troppo oggi, chiamiamolo dance.
Gigi non è mai stato, purtroppo, un leader. Nessuno l’ha mai seguito. Tutti i protagonisti della scena musicale e troppi “protagonisit” hanno preso il lato più immediato dei suoi pezzi, che per fortuna c’è, per fare musica semplicemente brutta. Bruttissima. Musica che oggi abbiamo dimenticato. Oppure per fare canzoni che “funzionavano”. Purtroppo poche, ma qualcuna sì. Comunque, anche quei pezzi oggi non se li fila più nessuno, nel mondo e in Italia, tranne che nelle serate revival e nelle inutili chart dei dj di secondo piano. Gigi ha sempre fatto l’artista o l’Artista, fate voi. E nessuno, purtroppo, l’ha seguito.
Bene, dopo tutte queste (inutili riflessioni), c’è da ballare, che è meglio. Perché Gigi torna in console, il suo habitat, a far ballare come nelle feste di piazza di 50 anni, fa che poi saranno le stesse di quelle che balleranno i nostri nipoti tra 50 anni. Portiamoci il sorriso, le scarpe comode e andiamo che si balla. Anche chi non balla mai, come me, è pronto.
(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)
E ora vai col comunicatone.
Gigi D’Agostino, IL CAPITANO, padre indiscusso della musica dance, è pronto a fare la storia dell’estate 2024 con una data imperdibile, che si terrà a Fiera Milano Live venerdì 21 giugno 2024
Lo show, che darà ufficialmente il via alla stagione estiva, sarà l’occasione per il pubblico di ascoltare live le hit del dj per antonomasia ed essere catapultati nell’universo sonoro di uno dei migliori artisti dance al mondo.
I biglietti saranno disponibili online su vivoconcerti.com da venerdì 22 marzo 2024 alle ore 14:00 e in tutti i punti vendita autorizzati da mercoledì 27 marzo 2024 alle ore 14:00.
“L’Amour Toujours”, “Bla Bla Bla”, “In My Mind”, “Another Way” e “La Passion” sono solo alcune delle tante canzoni che hanno segnato – e continuano a segnare – intere generazioni di ragazzi che scendono in pista solo per scatenarsi al ritmo delle creazioni di Gigi D’Agostino, ascoltate e riprodotte in tutto il mondo.
Artista che vanta una carriera pluritrentennale iniziata a fine anni ‘80 quando comincia come deejay nelle note discoteche torinesi, Gigi ha raggiunto in pochi anni il successo non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo, riconosciuto con premi nazionali e internazionali
Re della musica dance, ma anche innovatore del suono. “Lento Violento” non è solo lo pseudonimo da lui utilizzato dagli anni 90 ma è una vera e propria impronta artistica generazionale, uno degli innumerevoli segni che Gigi D’Agostino ha lasciato nella musica.
“Con questo pseudonimo racconto quello che vedo, quello che sento…un mondo con il battito lento.”
Dopo quattro anni lontano dalle scene e dopo essere stato ospite a febbraio al Festival di Sanremo, Gigi D’Agostino è pronto a conquistare il palco dell’estate milanese con la sua consolle, circondato da fan di tutte le età che da sempre hanno le sue canzoni come colonna sonora dei momenti più spensierati della propria gioventù.