€380 possono essere anti e possono essere pochi, dipende da quanti soldi si hanno da parte. In ogni caso, spendere €380 per un libro “originale” dell’artista contemporaneo più simpatico e ironico che c’è, è una stupidata. Vi spiego perché.
Viviamo nell’era degli originali, dei collezionisti e dei brand.
Grazie a uno dei miei numi tutelari, lo storico Alessandro Barbero (l’altro è Marco Aurelio, sapete com’è, i numi uno se li sceglie e se voi avete i guru o i brand siete messi male, io sono solo normale),
Ho capito che i brand e gli originali sono un mito. Ovvero, la Divina Commedia, Dante se la scriveva e magari prestava qualche canto ad un amico che se la copiava e poi se la imparava a memoria. L’originale dell’opera è il suo significato. Quando un’opera diventa importante, mica la puoi comprare. Va condivisa.
Invece oggi ci fissiamo con i brand del lusso, con i collezionisti d’arte, con distinguerci per essere giovani e belli. Dante era brutto e aveva la carnagione scura, sembra. Sembra che le ciane (le cabiane, le popolane chiacchierone) di Firenze pensassero che ci fosse andato davvero all’Inferno…
E quindi, W Maurizio Cattelan (non il presentatore, l’artista) che fa pagare il suo libro d’arte 380 euro. Io però mica lo compro.
Lorenzo Tiezzi x ADcult x AllaDisco