La cultura delle discoteche dilatata… la versione del sociologo Sabino Acquaviva
Prima era evasione pura, ora c’è la visione del mondo diversa da quella che è, distorta, nel clubbing. “I ragazzi si distraggono dai problemi della vita. L’arrivo dei ritmi lenti? È solo la moda, come i ritorni agli anni Settanta, Ottanta… La bolgia e il ritmo troppo veloce serve poco a incontrarsi e quando si cerca il dialogo, ecco il motivo del dilagare di certe sonorità”.
Professore di sociologia a tempo pieno presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, Sabino Acquaviva è stato un sociologo italiano, specializzato in sociologia della religione, ma che ha pubblicato anche di sociologia della scienza, di mass media e sociobiologia.
È stato anche direttore della Struttura Tematica Cultura della Radiotelevisione italiana e la pensa così: la ricerca e la scoperta della trasgressione risale ai tempi anche del Medioevo. Lo avevamo intervistato per il libro “La Storia della House Music” e quelle parole più passa il tempo e più suonano contemporanee. Ci ha lasciato il 29 dicembre del 2015.
“Vi sono varie fasi della vita e l’ho notato tra i miei studenti: vogliono in gran parte abbandonare la famiglia raggiunta una precisa età. È un fattore biopscologico”.
Acquaviva prevedeva la crescita dell’utilizzo di sostante stupefacenti tra i frequentatori di discoteche? No. “Le droghe sono talmente diffuse, le droghe, che non penso a una probabile crescita: è un mercato ormai saturo”, diceva nel 1994. Come sarebbe stata una discoteca modello, secondo il sociologo? Con quale musica? Con quale organizzazione? “Sale da ballo come una volta. Con un’altra cultura e un’altra mentalità, ovvio. Capisco tuttavia quello che gira attorno al fenomeno: resta il fatto che la scelta rimane un discorso culturale”. Il fenomeno della discoteca, e quindi della musica elettronica, è molto legato al tipo di cultura contemporanea.
“Credo che il fattore relativo al livello assordante avvertibile all’interno di alcuni locali, sia comportato dal fatto che la stessa discoteca voglia, diciamo così, parlare più del pubblico in sala. Questo per puro timore che i ragazzi vivano dentro di essa dei momenti che potrebbero tranquillamente vivere fuori, in assoluta libertà. I ragazzi quindi, all’ingresso in discoteca, sanno in modo molto preciso ciò che vogliono. I ragazzi arrivano da una preparazione nata sugli insegnamenti della televisione, che è sempre maestra: quindi, vorranno vedere e toccare con mano quella discoteca che la tivù mostra ogni volta che si presenta l’occasione, nei film, nei reportage”.
Dovremmo poi analizzare il perché dello stato della musica da discoteca. “Penso che molte persone, provato un po’ tutto, tornino alle origini, al passato molto remoto, che ci proietta probabilmente al periodo in cui nacque l’uomo. Furono i tempi della musica tribale, quelli. Momenti in cui, in mancanza di veri e propri strumenti, l’unico mezzo per scandire il tempo per coloro che volevano ballare era quello di ritmare il tutto con delle percussioni. Il ritmo era davvero importante. Ebbene, ora ci si riallaccia alle sonorità tribali e si riesce a trovare un collegamento ad esempio con la cultura africana. Così, ecco che la musica della discoteca si trova ad essere molto istintiva. Per capire poi il perché i ragazzi vogliano questo tipo di musica, dovremmo fare una ricerca approfondita all’interno di numerose subculture”.
La cultura della musica classica, forse la musica per eccellenza, è molto importante. “Tuttavia non si nasce con la musica classica. Ogni individuo necessita di una educazione. Anche musicale. Il giovane, che resta il classico fruitore di questi generi sperimentali, va quindi in discoteca: ma certamente con altri obiettivi per la testa. Tutti passano dal mondo della notte, in questo senso; certo è che quando viene a crearsi una coppia, questa poi si disinteressa sempre più di luoghi come la discoteca. La discoteca è un tramite e la house la sua colonna sonora. Le coppie che torneranno in discoteca lo faranno nuovamente per esplorare, per conoscere e probabilmente per fare un po’ di moto”.
Cultura ditalata e mamme anti rock
Ognuno ha la propria esigenza. E la sua cultura. Niente è oggettivo. “Tutto è soggettivo. La discoteca comunque non è una classica sala da ballo. Gli orari sono cambiati. I ragazzi escono già a tarda ora, forse perché la trasgressione adesso abita proprio nella notte. Di notte, all’interno e all’esterno di molte discoteche, si riescono a trovare molto facilmente le droghe, inoltre è possibile incontrare persone psicologicamente violente. Ecco quindi l’avvento delle mamme anti-rock, un nutrito gruppo di genitori, composto perlopiù da madri, che cercò di tutelare i giovani d’oggi, nei quali intravedono i propri figli. La discoteca ora come ora è una roulette russa”.
La componente della trasgressione non è da sottovalutare. “Tante volte mi si è chiesto delle stragi del sabato sera. Le stragi sono provocate dalla competizione. I maschi competono per le femmine, per mostrarsi, esibirsi, evidenziarsi. Lo si faceva anche in passato, con lotte che risalgono all’età della pietra, tornei medievali, duelli ottocenteschi. È sempre stato così. È difficile che si verifichino episodi relativi a competizioni, se manca la presenza di una femmina. Inoltre, dovremmo fare una serie di distinguo. I frequentatori delle discoteche sono molti e differenti tra loro. C’è chi entra nel locale, consuma, balla ed esce per poi andarsene a letto. C’è chi nella discoteca entra tardi, esce tardi, si ferma con gli amici in un luogo differente a parlare per poi tirare a tutti costi mattina. Chi non cerca di trasgredire a tutti costi, estraneandosi si dalla situazione, allora fa gruppo”.
Cultura, discoteche e tribù
E allora in questo caso si può parlare di tribù? “Tribù notturna. Per quanto concerne le droghe, anche questa realtà è sempre esistita. Sono miscele. C’è voglia di evasione. Sempre. Eppoi ogni musica ha avuto la sua droga. C’erano le erbe, poi l’Lsd. Ora c’è l’ecstasy (NB nel 2024 anche questo tipo di droga non c’è più, c’è però l’abuso di alcol, soprattutto nei posteggi delle disco… che è anch’esso una droga, forse peggiore, perché legale al 100% NDR).
Ma questi sono fattori esterni. Correlati in un certo senso al mondo della discoteca, ma non solo a questo, lo sappiamo bene. Resta la musica, fortunatamente. Ora c’è la musica elettronica, più avanti si vedrà. La scena è in continuo cambiamento. Come i club, che negli anni che verranno cambieranno e di molto. Le tecnologie relative alle applicazioni della realtà virtuale saranno fondamentali, cambierà radicalmente il modo di divertirsi, di intrattenere. Sarà un modo irreale, quello”.
(Riccardo Sada x Sada Says x AllaDiscoteca)