Fino a poche ore fa non sapevo chi fosse Frank Farian. “Il produttore musicale tedesco Frank Farian, fondatore dei Boney M, uno dei gruppo di maggior successo dell‘epoca d’oro della disco music, è morto all’età di 82 anni nella sua casa di Miami”, dice l’ANSA il 24 gennaio.
Fin qui tutto bene, in realtà non è fatto tutto. Perché Farian è stato anche un grande cantante e non solo un produttore. Per me che sono cresciuto negli anni ’80, i Boney M sono roba vecchia “Sii formarono nel 1976 e giunsero alle vette delle classifiche mondiali con una serie di singoli di successo tra cui Daddy Cool, Rasputin e Rivers of Babylon”, dice ancora l’Ansa, ovvero roba vecchia per me.
“Frank Farian fondò anche il duo Milli Vanilli, ma fu travolto dallo scandalo quando nel 1990 emerse che le voci dei due ‘cantanti’ non erano in realtà quelle che si ascoltavano sui loro dischi”…
una delle voci, sembra fosse appunto quella di Farian, che in carrierà lavorò anche con artisti come Meat Loaf e Stevie Wonder… negli anni ’80, quelli di I Just Called to Say I Love You”. Si calcola che abbia venduto, come produttore, qualcosa come 800 milioni di dischi in tutto il mondo.
E non è tutto, tedesco, classe 1961, Franz Reuthe Farian, nacque a Kirn, nella Germania sud-occidentale e prima di debuttare con successo in ambito musica pop e dintorni, si formò come chef.
Attenzione che non ho citato La Bouche e tanti altri progetti, tutti o quasi di successo.
Perché oggi che non c’è più, di Farian, abbiamo un gran bisogno. Proprio tanto. Perché la musica divertente è raramente un business. Soprattutto la dance, superata dal “pop d’autore” (inteso come quello di star come Taylor Swift, mica John Lennon) la fa da padrone… e non è sempre un bene. Per tutti. Anzi non è un bene per nessuno. Se la dance tornasse ad essere forte, sarebbe un gran bel biz.
(Jacopo Neri)