Com’è la rivoluzione musicale che stiamo vivendo e sentendo? Ce la racconta Riccardo Sada in Sada Says per AllaDisco.
Con gli artisti tradizionali che prendono le distanze dalla politica per evitare di offendere il potere forte, i creator prenderanno l’iniziativa nel creare musica che rifletterà convinzioni e opinioni. I tempi d’oro delle grandi etichette discografiche, delle televisioni musicali, delle stazioni radiofoniche, dei negozi di dischi e dei club che controllavano ciò che la gente ascoltava e ballava si stanno allontanando. Con il progresso dell’industria musicale, riflettere sul passato, considerare il presente e anticipare il futuro sono diventati pilastri come consuetudine.
Queste usanze condividono un obiettivo comune: prevedere la direzione del settore e il modo in cui sarà influenzato dalle tendenze tecnologiche, culturali e sociali. Tuttavia, la discussione più significativa del settore ruota attorno all’intelligenza artificiale e al modo in cui rivoluzionerà radicalmente la musica. L’AI è una tecnologia di uso generale che trasformerà la società. Non è una tendenza come tante altre che esplodono e falliscono. Si tratta piuttosto di una rivoluzione informatica dirompente che sta rapidamente guadagnando slancio.
Non possiamo ignorare la rivoluzione musicale basata sull’intelligenza artificiale che si addentra nell’industria. Dobbiamo abbracciarla e non resisterle.
Consentirle invece di plasmare il futuro del comparto perché cambierà totalmente il business creandone uno nuovo, per scelta o per forza. Il concetto che la musica creata dagli artisti sia la migliore diventerà obsoleto, man mano che i fan acquisiranno potenti strumenti di intelligenza artificiale per creare le loro canzoni. Ciò che conta sarà sempre più che la canzone possa catturare il momento, parlare alla mente delle persone allineandosi con le vecchie e nuove generazioni.
Superstar dj saranno ancora in circolazione, così come i super produttori, tuttavia in futuro chiunque potrà essere un musicista e l’industria dovrà piegarsi a queste nuove dinamiche. L’essere umano ha dimostrato negli ultimi anni dopo il 2020 che chiunque può essere creativo e può avere un potenziale per produrre musica, indipendentemente da ciò che pensano gli addetti ai lavori, dagli editori alle etichette, dagli analisti agli autori passando da manager, impresari e produttori. Perchè il flusso si è professionalizzato e aziendalizzato oltre che livellato.
E’ rivoluzione musicale? Stiamo tornando piano piano a una cultura in cui tutti posso fare i musicisti. Piena democrazia. Tutti sono cantanti con l’autotune. Tutti sono cantautori con Chat GPT.
Tutti sono produttori che le ultime AI. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, chiunque abbia uno smartphone, un tablet o un computer avrà accesso a strumenti per creare musica. ProTools e le sue DAW equivalenti, di prossima generazione, saranno forniti di intelligenza artificiale integrata, partendo dagli stessi software sino ad arrivare ai plug-in. La diffusione dei mezzi per fare musica è in atto da tempo, non solo nella creazione, produzione e distribuzione, ma anche nella capacità di raggiungere le persone a livello globale attraverso il marketing, la distribuzione, lo streaming e la vendita al dettaglio di musica indipendente.
La prossima generazione di fan sarà quella totalmente attiva, partecipe, coinvolta in modo da creare mode e modi per celebrare la musica tracciandone nuove forme identitarie.
La musica può essere creata e commercializzata senza richiedere una conoscenza approfondita del mondo della musica o addirittura capacità di progettazione. Gli algoritmi stabiliranno quale musica verrà vista all’interno dell’infinito flusso e da chi sulla base di complessi calcoli. Nessuno sarà più nella posizione di dire cosa sarà della pessima o buona musica. Emergerà una nuova classe creativa che utilizzerà l’intelligenza artificiale non solo per creare e produrre nuova musica bensì anche per distribuire e commercializzare musica alla prossima generazione di fan, che remixeranno, cambieranno e commenteranno la musica utilizzando le nuove tecnologie.
In questa rivoluzione musicale, gli artisti più importanti, indipendenti e legati al fai-da-te saranno presto affiancati da creatori di musica che si riverseranno sul mercato attraverso piattaforme.
E sarà sempre più facile diventare ancora più bravi nel perfezionare e modellare l’arte. La rivoluzione sarà senza precedenti. Sarà molto più grande di quella digitale o della condivisione di file: creerà invece un cambiamento radicale nell’industria musicale. Un’altra possibilità è quella del cambio di ruoli e di mansioni e che coloro che sono stati licenziati da qualche mega dsp decidano di diventare i padri fondatori e prompter della prossima generazione di app e piattaforme musicali basate sull’intelligenza artificiale che svilupperanno brand e attueranno nuove politiche, linee guida e iniziative imprenditoriali atte a sfruttare ogni risorsa esistente.
Se i Beatles o quello che di loro è rimasto sono riusciti a pubblicare una nuova canzone, attenzione a quello che arriverà dopo. I remix e i mash-up non sono totalmente approvati dall’industria musicale?
È una cosa che interessa a un’industria Tuttavia, ai fan non interessano le approvazioni, le ufficializzazioni. Certamente, la lotta all’ultimo content ID e al watermark, alla tracciabilità dell’opera insomma, sarà indomita e il lavoro per impedire la distribuzione di nuove canzoni prive di approvazione estenuante. Sarà quasi impossibile distinguere l’originale da una cover perfettamente prodotta. Nei garage non nasceranno più solo rock band ma anche gruppi start-up e in modo naturale. In una nuova fase, le etichette discografiche e gli editori musicali accoglieranno a braccia aperte il nuovo e la nuova ondata di caotico flusso musicale.
(Riccardo Sada x Sada Says – AllaDiscoteca)