Per chi non lo sapesse, Biondi Santi è la cantina che ha inventato il Brunello di Montalcino. Nella foto di questo articolo vedete una bottiglia di questa storica realtà e accanto l’etichetta di una cantina non così conosciuta, che scopiazza chiaramente Biondi Santi, pur non clonando niente. Un consumatore distratto può scambiare le due cantine.
Per chi non è come noi di AllaDisco appassionato di vino, nessuna cantina che produca vino di qualità scrive più grosso il tipo di vino rispetto al suo nome. Guardate le due etichette: Casale Del Bosco è scritto piccolo sotto il titolo, ovvero Brunello di Montalcino, mentre Biondi Santi ovviamente punta sul suo nome. Tra l’altro Casale nel Bosco è un nome davvero poco originale, già utilizzato per un altro Brunello di produttore conosciuto (Silvio Nardi), quindi la differenza è abissale… ma può fregare il consumatore. Certo, una bottiglia di Casale nel Bosco mentre scrivo la trovo a 24 euro, mentre una bottiglia di Biondi Santi costa più o meno 200 euro, per cui solo un ‘cialtrone’ può fare certi paragoni, ma tant’è…
Perché questo articolone su un vino e scopiazzature varie su AllaDiscoteca? Perché AD nel 2024 allarga il tiro e parla di più di comunicazione, lifestyle, idee non solo di musica…
E quindi passiamo subito al caso Ferragni, che è un’altra “fregatura”, quella che Ferragni e Balocco hanno in qualche modo, probabilmente, rifilato ai loro fan e clienti. Perché con la beneficenza non si scherza. E’ giusto che sia uno strumento di comunicazione e di branding, ma forse non di marketing… Ovvero, se faccio una operazione di beneficenza, deve essere chiara e cristallina ed è folle confondere la beneficenza sul prodotto (compro un pandoro e una cifra x per ogni pandoro va ad un ente benefico) e donazioni molto piccole rispetto all’incassato…
Ma siccome di Ferragni hanno già parlato un po’ tutti, ovviamente in modo pesantissimo contro Ferragni, chiudiamo con un’altra cosa, altrettanto confusa e per ora non sanzionata dalle autorità, ovvero le scommesse sportive.
Prima un piccolo accenno alle fregature musicali… è un periodo di cover e mash up e remix e va bene… il problema è che spesso gli originali NON sono rispettati.
Mi occupo di comunicazione da metà anni 90 e prima l’ho studiata a Bologna con gente come Eco. Il caso Ferragni beneficenza presentata in modo poco chiaro mi sembra ormai definito: Ferragni in due occasioni ha fatto scrivere ad aziende che vendevano prodotti con il suo brand che acquistando tali prodotti si partecipava ad azioni di beneficenza… ma non era proprio così. Le aziende produttrici e non Ferragni facevano donazioni, certo, ma slegate dalla vendita di tali prodotti. Ferragni e le aziende sono stati poco chiari per toccare il cuore dei consumatori… e vengono sanzionati. La cosa è logica e c’è poco da dire.
Tuttavia di cose poco chiare e di leggi aggirate in Italia ce ne sono tantissime, ma siccome non ci sono di mezzo Ferragni e gli influencer, odiati da giornalisti ed editori perché loro concorrenti, non se ne parla.
Un esempio chiarissimo di cui i media non parlano perché incassano mentre l’AGcom dorme.
In italia le scommesse sportive online sono legali ma sarebbe vietato fare pubblicità ai siti di scommesse… sono però decine e decine gli spot e le iniziative commerciali che pubblicizzano siti di “informazione sportiva” e giochi che in realtà sono siti di scommesse.
Avete presente Pardo che sarebbe anche un giornalista per cui di pubblicità non può farne …. Che in ogni partita pubblicizza Dazn Bet punto fun?
E luca toni in quello spot? È tutto palesemente illegale o almeno fuorviante come le operazioni di “beneficienza” di Ferragni…
Ma tanto va bene così perché i cattivi sono solo gli influencer