Convenzioni, cari discotecari, non convinzioni. Attenzione che questo Sada Says è davvero profondo. Avete presente l’hard techno? Tutti ne parlano e molti manco sanno cosa sia. Il nostro Riccardo Sada ci spiega quando, come e perché è nata. Hai detto niente.
Non ho detto convinzioni ma convenzioni. Perché dopo la pandemia, i giovani hanno adottato nuovi modi e approcci nei confronti della musica da club. Un segnale evidente del totale disinteresse degli adulti nel comprendere i sentimenti dei giovani nel periodo post-pandemico è stato rappresentato dalla condanna superficiale delle rivolte che scuotono in modo altalenante la Francia, simile alla condanna rivolta a qualsiasi altro movimento giovanile di opposizione contemporanea.
Lo stato delle cose tende a distrarre l’attenzione da ciò che è più importante, ovvero la generazione post-pandemica, come sottolineato anche nel rapporto del World Economic Forum del 2021 che già prevedeva conflitti tra generazioni. Per riuscire a comprendere i giovani in questo contesto, può essere utile adottare un approccio simile allo studio dei buchi neri, che non sono visibili attraverso l’osservazione diretta bensì attraverso le loro interazioni gravitazionali con altri corpi celesti.
Nel caso dei diciottenni, queste interazioni sono rappresentate dalle relazioni tra la creazione sottoculturale e l’ambiente culturale.
La musica rappresenta un elemento primario, se non il più importante, delle sottoculture giovanili. Dal clubbing ai concerti, dai videogiochi allo streaming su piattaforme come Spotify e YouTube, definite forme di ascolto autonome e mobili, la musica è un elemento centrale e onnipresente nella vita quotidiana dei giovani. Che se la producono, questa musica, dandole vita e cristallizzandola come colonna sonora del presente in un’epoca.
La musica dance elettronica, grazie alla sua immediata diffusione (poca distanza temporale tra creazione e ascolto) e all’assenza di intermediari testuali, riesce a trasmettere in tempo reale gli stati d’animo delle generazioni più giovani.
Attraverso il clubbing, essa contorna l’uso del corpo che si trasforma in una vasta gamma di contesti, che vanno dal toccare un’opera d’arte, all’assalto dei negozi di lusso, dal vandalizzare la città, fino a raduni in party clandestini con ritmi accelerati. L’improvvisa accelerazione del ritmo della dance ballata e vissuta dalla gioventù pandemica rappresenta un glitch generazionale che permette di osservare questa generazione in modo indiretto attraverso le sue interazioni gravitazionali. La necessità di danzare su ritmi sempre più veloci rispetto al periodo pre-pandemia è evidente. La variazione della velocità del ritmo nella musica dance è sempre stata parte della storia della dance stessa, ma di solito avveniva in modo più graduale. L’ultima grande accelerazione del ritmo della dance, alimentata dall’entusiasmo per l’avvicinarsi della fine del Novecento, si verificò nei primi anni Duemila.
Convenzioni, attenzione…
A partire dagli anni Novanta, il ritmo ballato dai giovani di tutto il mondo iniziò ad accelerare costantemente. Il titolo involontario o forse no del brano dei Daft Punk, “Harder, Better, Faster, Stronger”, datato 2001, riassume l’atmosfera dei club all’inizio del nuovo millennio.
Ma qual è il ritmo delle convenzioni?
Ma dopo quel preciso periodo, il ritmo della dance ha iniziato a rallentare come reazione alla delusione post-euforia della fine del millennio. Il ritmo delle convenzioni è un po’ come la ciclicità del mondo della moda, con cui va a braccetto, e avverte exploit e cambiamenti e ritorni, come quando in momenti di recessione e crisi le gonne si accorciano e la voglia di libertà dilaghi. Nuovi generi musicali dance lenti, come quello afrocaraibico e il dubstep londinese, e la minimal techno berlinese, emergono dal sottosuolo, dalle nicchie. La velocità dei bpm nella musica dance è strettamente legata all’istinto giovanile.
Di contro, l’accelerazione dei ritmi dance da dopo il 2020 è stata diversa, non è stata una progressione graduale come quella alla fine del secolo scorso ma uno scatto felino che coincide con il balzo che la generazione pandemica ha fatto nella clubbing experience.
L’accelerazione dei ritmi non è dovuta solo all’impossibilità di andare a ballare quando vigono le restrizioni sociali. C’è in ballo, è il caso di dirlo, anche il rilascio di energia e la frustrazione da parte degli adolescenti che sono stati chiusi in casa con i genitori per mesi.
Un martirio, per molti.
C’è la mancanza di contatto fisico tra coetanei e la conseguente riduzione dell’importanza del fattore sensuale del groove, che è un elemento trascinante e fondamentale della cultura della musica dance.
Inoltre, c’è anche il fatto che la tradizione è stata azzerata perché la fine della pandemia segna per una generazione che non ha mai potuto entrare in un locale a causa del lockdown un nuovo inizio per il clubbing, caratterizzato da un’accelerazione iperenergetica. È sintomatico il modo in cui i dj vengono definiti nella scena, non più in base al tipo di musica che suonano ma in base al bpm dei brani che suonano. Si parla di dj che suonano a 140 bpm o dj che suonano a 200 bpm. Questo cambio di passo e di prospettiva ha smontato il mito del groove come pilastro della cultura dei dj, portando a una lontananza dalla techno afroamericana originaria. I dj europei stanno sostituendo il funk con il punk e l’energia al groove; si nota pertanto una differenza tra la cultura rave britannica delle origini e quella successiva dell’Europa centrale.
Convenzioni, non convinzioni. Per la nascita dell’hard techno…
Il piccolo studio bianco di Kreuzberg, HÖR, ha preso il posto dell’iconico Boiler Room, un evento londinese che nel 2010 ha lanciato i dj set trasmessi in streaming video, ma che ora è considerato vecchio e rappresentativo di una generazione precedente. HÖR, che ha registrato milioni di stream, ha contribuito alla scena locale e ha dato forma all’identità sonora di una nuova generazione di dj e raver durante il lockdown, quando i dj andavano lì a suonare in streaming i loro set. In questo revival contemporaneo e anti-nostalgico, la Generazione Z non sembra spingere verso una dimensione politica o protesta.
I giovani post-pandemici vivono in un’epoca completamente diversa, anche se altrettanto complessa. Tuttavia, le piattaforme digitali offrono modi più incisivi per esprimere opposizione rispetto alle feste illegali degli anni Novanta. Nonostante sia privata dell’originalità e della forza disruptiva, l’estetica della cultura rave sta tornando in auge con i suoi ritmi accelerati e la dissoluzione dei generi musicali. Resta l’aspirazione alla libertà di essere (sessuale, di genere e culturale), ma la musica, una volta innovativa e mai ascoltata prima, è ora un revival privo di impatto musicale.
Nei video dei dj set trasmessi in streaming dallo studio berlinese HÖR durante i periodi di lockdown, il pubblico che circondava e abbracciava i dj durante gli streaming di Boiler Room scomparve.
I dj successivamente si sono presentati online da soli, isolati, pronti a suonare in uno scenario gelido, che ricorda il lockdown, decorato con fredde mattonelle bianche, un non luogo che potrebbe rappresentare il bagno di un centro commerciale. Un concetto e una realtà spersonalizzante che spiazza tutti e rimette in gioco gli equilibri tra attori e pubblico. La nuova scena giovanile della dance figlia dello speed-up, in nome della velocità e del ritmo, è ontologicamente in costante e infinito crossover mescolando la techno più cruda e scarna con la jungle classica, i ritmi rave dell’Europa centrale con i campionamenti oscuri industriali, un mix infernale di cassa dritta e di ritmi spezzati.
Quello che conta per la Gen X non è il genere musicale: è il ritmo così veloce da non concedere alcuna pausa nell’assalto sonoro al corpo.
Addio breakdown. Addio climax. Stiamo parlando di accelerazionismo profetizzato da un incessante desiderio di ritmi agonizzanti. Oltre il rave, quindi: la ricerca della massima implosione del rumore. La musica dance è diventata un motore a reazione, un martello pneumatico, una mitragliatrice, e i club dei jet claustrofobici con effetto montagne russe. Tutto ciò è molto distante dall’estasi dionisiaca e sensuale del corpo attraverso il ritmo che ha dato origine alla Disco, alla house e alla dance che strizza l’occhio al pop.
(Riccardo Sada x Sada Says x AllaDiscoteca 29/11/23)
Convenzioni e non convizioni, certo… ma anche pensieri musicali, su AllaDisco.