I dj italiani sarebbero in difficoltà per colpa di agenzie potenti e/o dj internazionali? NO. E anche se fosse, chi se ne importa. Nella foto vedete Dj Antoine che è svizzero… ed è bellissimo. Altissimo. Abbronzatissimo…
Come ogni categoria professionale, anzi più di tutti gli altri, perchè essendo “artisti” hanno molto più tempo libero ed il solito ego simisurato, i dj si lamentano. Passano la giornata lamentandosi.
Ieri leggevo la riflessione, ovviamente molto comoda, ovvero senza nomi e cognomi, di un dj che un tempo era qualcuno e oggi non lo è più (io invece non sono mai stato nessuno, però campo con la musica dal 1996) su come i dj italiani sarebbero in difficoltà per colpa di agenzie potenti e/o dj internazionali.
Sono riflessioni veramente inutili, perfette per Ferragosto, quando tutti siamo al cazzeggio libero. Come se nel mondo i club e le discoteche andassero ovunque bene. Non è così, soffrono ovunque.
E poi: ci fossero solo i dj. Sempre i dj e ovviamente tutti a dire w i dj italiani. Ma chi se ne frega della categoria dj. Basta. Faccio l’ufficio stampa. Me ne frego della categoria ufficio stampa.
È il divertimento è la musica che conta. Il pubblico è poi esterofilo gli organizzatori spesso incapaci e il mondo conta centinaia di dj italiani che suonano più all’estero che in italia. Alcuni musicalmente si bloccano eppure funzionano lo stesso. Nel mondo.
Non ho nessun problema a dire che aspetto presto una evoluzione musicale dei Meduza, evoluzione che mi sembra non ci stata negli ultimi anni… Se però totalizzano 20 milioni di ascoltatori mensili su Spotify hanno ragione loro. Non io. Io però ascolto.
E dico che il disco solista di Anyma, uno dei due Tale of Us è veramente bruttino. Mio voto personale 4/10. Sono cattivo? Con tutti i soldini che fanno i nostri, italiani nel mondo, Tale of Us da anni nel mondo bisogna essere ‘cattivi’.
Forse il problema, anzi una parte del problma, è che troppi dj italiani, famosi e non, non fanno bella musica ma funzionano lo stesso pur comunicando malissimo. Che differenza c’è tra Marco Carola e David Guetta? Facile. Carola spende in comunicazione meno di un decimo di Guetta… e guarda caso è italiano. Pensa per sé. Guetta fa un quotidiano lavoro su se stesso che serve a tutti i dj del mondo. Forse.
La situazione è complessa, certo, ma se abbiamo avuto l’estate italiana con più concerti di sempre e se i festival elettronici vanno bene e invece le disco insomma… che dire? Il mondo cambia. È limitato anzi controproducente parlare del “problema” dj italiani vs dj esteri. Per me.
(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)