W i top festival, che almeno loro van bene, in questa estate ’23. Io mica tanto. Sono un po’ incasinato.
Ognuno ha i suoi problemi ed il mio principale problema, con la mia mini agenzia ltc è avere decine di clienti, ognuno importante e ognuno, diciamolo, anzi DICIAMOLO!, dannatamente disorganizzato (!) dal punto di vista della comunicazione, che sarebbe il mio lavoro, ma essendo un comunicatore freelance ‘esterno’, non è che posso fare tutto, accidenti… ma che c’entra con questo ‘articolone’? C’entra.
C‘entra perché i top festival sono comunicati bene ed organizzati.
Mica come me.
Se è vero (e se lo scrive il nostro Damir Ivic, nostro perché è del nostro ambiente, gli si vuol bene, mica perché ce lo siamo comprato, costa troppo e lo vogliamo condividere) che sia Nameless sia Kappa FuturFestival hanno il 50% di pubblico che arriva dall’estero (avete letto bene!), è perché questi top festival COMUNICANO per mesi e mesi prima di prendere vita per pochi giorni.
Non solo in Italia, anche all’estero. Sennò col piffero che avrebbero il 50% di stranieri tra il pubblico.
Le nostre ‘belle’ disco fanno la stessa cosa? Ma figuriamoci. A differenza dei top festival, che hanno ognuno la sua anima (Nameless è pop, Club to Club è cool, etc) Si scopiazzano anche per i contenuti. E invece bisogna essere ORIGINALI. Sennò Nameless non sarebbe stato più pieno per Hardwell (che manco riempirebbe da solo il Cocoricò o il Bolgia ed è da anni in freezer, come l’EDM) che per la supestar Paul Kalkbrenner. Come lo so? Leggo. Leggo spesso Damir Ivic. LEGGETE (lui ed altri) anche voi. Che magari diventiamo tutti meno banalotti.
Le nostre aziende italiane, in genere, fanno la stessa cosa? MA VA. Io lo so. Faccio comunicazione. E’ anche un po’ colpa mia. Forse sì. Per questo sono incasinato. E da oggi, accidenti, voglio organizzarmi meglio. Almeno io.
Anche perché i top festival si allargano e arrivano ad organizzare eventi anche durante l’anno.
Come Spring Attitude Festival, che a Roma prende vita il 23 e 25 settembre ’23, ma è già quasi sold out per gli abbonamenti (!) Qui sotto vi beccate un pezzetto del comunicato, poco remixato tra l’altro. E buona musica tutti. Elettronica. Certo.
(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)
Utopica, psichedelica, pura: la musica elettronica (sì, elettronica!) dei Röyksopp suonata dal vivo a Roma, al Forte Antenne (ROMA), l’1 luglio
«Non sarà forse l’ora di rimuovere il prefisso “elettronica” accanto alla nostra musica? È solo
musica, o no?», dicono i Röyksopp. E invece no. A noi l’elettronica piace. Perché ormai la musica è quasi tutta elettronica, visto che passa dal pc, ma tra quella dei Röyksopp e quella di Ed Sheeran c’è una certa differenza sonora e allora diciamolo…
Ma chi sono i Röyksopp, duo norvegese di fama mondiale che già dal 1999 rivoluzionava il modo di intendere la musica pop-elettronica. Torbjorn Brundtland e Svein Berge inseguono suoni concettuali, liberi dai limiti a cui è legata la musica da pista. Strattonano influenze alla musica cinematografica vintage, scardinano le melodia dal prog rock e dal synth pop, con un abbraccio sempre ben saldo alla cultura club e house.