Perché tutto ‘sto odio per David Guetta?
Avete notato? Più i blog o i siti di (dis)informazione sono sgarrupati e i blogger mediocri, e più il massacro, l’attacco o il giudizio su ogni cosa che fa David Guetta è intenso, impietoso e costante. Le grandi testate evitano come la peste di polemizzare con il dj francese. Lo fanno per forma di rispetto, per etica, magari riconoscenza e per evitare polemiche gratuite. I big tra i media stanno composti; e i piccoli, credendosi furbi e liberi di poter fare quello che vogliono, con licenza assolta di tediare i grandi nomi e con l’intenzione di fomentare e creare engagement attraverso i social, cercano il pelo nell’uovo in ogni mossa dei super artisti. E Guetta è considerato sì un dj ma soprattutto un personaggio popolare chiave per arrivare all’overground. Anche perché non reagisce mai alle provocazioni: è uno degli attori costantemente odiati all’interno della scena dance.
Dalla sua ascesa, il suo nome è stato accostato al fenomeno dell’elettronica mainstream. La sua formula, ossia quella di lavorare con artisti di spessore, dà vita a brani che fanno guadagnare Grammy a tutti.
Dischi d’oro, di platino, popolarità, ricchezza: come non possono, frustrati wanna be e colleghi privi di risultati, mal sopportarlo? Milioni di download di “I Got A Feeling”, traccia prodotta con i Black Eyed Peas, gli hanno permesso di conquistare gli Stati Uniti e piantare ovunque il vessilli dell’EDM. Al settore non ha fatto che bene: eppure c’è un enorme risentimento nei suoi confronti.
Come tanti dj, proviene da una scena vicina ai club, non è certo nato e cresciuto dove hanno pascolato i vari Martin Garrix, Hardwell o Nicky Romero, là, nelle lande colorate che ospitano i festival. È dalla fine degli anni ’80 che fa ballare la gente di ogni latitudine e longitudine e ha sempre strizzato l’occhio alle melodie orecchiabili, Guetta; insomma è sempre stati vicino al pop. I suoni di nicchia non li ha mai amati né sposati nonostante ne sia incuriosito. Ma il cuore batte per la comunicazione orizzontale e la musica commerciale, cosa che lo porta a essere un fenomeno, secondo molti, vicino ai compromessi dell’intrattenimento.
Perché tutto ‘sto odio per il dj francese?
Non è la prima volta che si sente dire che la gente contesti tutto ciò che è pop. Radio e tivù lo supportano da tempo. Lui ha sempre pensato a una propria originalità. La cosa che forse manda più in bestia i detrattori di Guetta, che sono un po’ come degli ultras del calcio, quindi faziosi, fortemente campanilistici, pronti a schierarsi contro l’avversario in difesa di paladini o generi musicali lontani dalla dance da classifica, è che il dj pare abbia creato una propria filiera produttiva che lo mantiene sempre vicino a uno stile riconoscibile e quasi vicino all’organizzazione di una struttura aziendale. Insomma, Guetta è talmente preparato che questa cosa fa storcere il naso agli amanti di un’elettronica vicina alle sperimentazioni, alle improvvisazioni, al laboratorio e ai test piuttosto che alle oliate catene di montaggio pronte a sfornare hit.
Danno contro, a Guetta, anche quando si tratta di background e preparazione artistica. Noto è il meme del pianoforte con pochi tasti usato per schernirlo in relazione alla spiazzante, geniale e semplice composizione del ripetitivo accordo che ha caratterizzato proprio “I Got A Feeling”. Però, sfidiamo ancora oggi gli haters a fare un successo di tale portata con un giro di piano così ipnotico e solenne? Siete sordi e va bene ma ciechi che non leggete gli spartiti, cari vomitatori di sentenze.
Eppure, gli odiatori avrebbero comunque da ridire. Fatelo voi un album come “Nothing But the Beat”, in cui sono state racchiuse una marea di tracce memorabili che hanno coinvolto Lil Wayne, Jennifer Hudson, Usher e Nicki Minaj ma anche Afrojack e Avicii.
Gombloddo? L’indipendenza con la sua Jack Back e le sante alleanze con le multinazionali del disco e con artisti ricchi di talento, che vanno da Sia a Rihanna, passando per Morten e tantissimi altri, ha fatto sì che Guetta diventasse un bersaglio perfetto per chi non ha nulla da dire ma tanto da criticare. Guetta ha sempre dimostrato una certa coerenza con il suo essere dj proveniente dalla “Parigi bene”, il suo amore per le melodie e la sua disinvoltura nel produrre musica che piacesse a se stesso e di conseguenza a un ampio pubblico vicino ai suoi gusti.
David Guetta è un Bob Sinclar che ce l’ha fatta?
Spalancando le porte a tanti altri artisti EDM, Guetta è finito nel mirino di chi aveva sempre difeso a spada tratta l’underground. Guetta però non è Richie Hawtin né Aphex Twin, non è uno che ha mai sognato di suonare al Sònar e tanto meno ha manifestato il desiderio di entrare nel circolo viziato e di viziosi della IDM. Guetta arriva(va) con la ex moglie Cathy, oggi Catherine Lobé, dalle feste più esclusive all’ombra della Tour Eiffel e dal Vip Club di Saint Tropez, non da un rave, non da un centro sociale e non da un bar alle Banlieue. Insomma, David Guetta è un Bob Sinclar che ce l’ha fatta, è andato oltre la conquista di un territorio, ha allargato i propri orizzonti sonori e commerciali sino a diventare un brand. Come è strutturato oggi, può essere paragonato a una casa discografica di media grandezza.
Uno staff preparatissimo alle spalle, collaborazioni infinite e la ricerca continua di collegamenti lo hanno fatto diventare il miglior promotore delle sue stesse iniziative. E anche questa è una cosa che non passa inosservata dai suoi haters. Ma come si fa a incolparlo per quello che fa, se a livello industriale e manageriale lo fa bene.
E quindi, perché tutto ‘sto odio per Guetta?
Hanno provato a bersagliarlo e ad attaccarlo inserendolo in clip nella categoria DJ Fails su YouTube sfruttando un momento di smarrimento e stanchezza ripreso della telecamere del Tomorrowland ma alla fine ne è uscito vincitore e non sconfitto. Tanto che la rivista DJ Mag, attraverso la sua classifica storica, la Top 100, lo ha visto al vertice e ad alzare il trofeo di primo classificato in svariate occasioni. Vogliamo condannare Guetta anche per questo? Vogliamo crocifiggerlo per aver vinto troppe volte una competizione in cui vince chi viene votato e non chi è bello o chi è bravo? Bisogna smetterla di dare addosso a Guetta. Non ha senso. Non serve. Lui ha vinto tutto. Gli altri hanno solo perso. Soprattutto tempo.
(Riccardo Sada x Sada Says x AllaDiscoteca)
Se vuoi leggi anche qui la nostra intervista a David Guetta realizzata qualche tempo fa.