Renato Carozzani alias Roger Dj è un dj produttore italiano che ha visto e vissuto intere generazione del clubbing. Franco e con le idee chiare, lavora come dj dai primi anni ’80 nel suo Veneto, Friuli e in tutto il mondo. Anche lui fa parte della larga e prolifica famiglia di Jaywork Music Group, network di label e talenti in crescita costante. Pop Label Records è l’etichetta del gruppo sulla quale ha pubblicato di recente il bel singolo “Dreams”. Ma i prossimi mesi saranno all’insegna di altre novità.
Che rapporto hai con la musica?
“Non posso rimanere senza. La musica è nel mio dna, occupa ogni momento della mia vita e della mia giornata”.
Come definiresti la tua musica? E come la racconteresti?
“Avvolgente, solare e divertente. Te la racconterei suonandola allo stadio con 50.000 persone che sorridono ed impazziscono di gioia”.
Ci racconti com’è nata la tua più recente produzione?
“Ho dato fiducia ad un mio giovane collaboratore con idee innovative, convinto che la musica sia in continuo movimento, e che bisogna sempre dare spazio al nuovo, accostandolo al vecchio”.
A cosa stai lavorando in questo momento?
“Ad un brano dance molto fresco ed estivo. Non vedo l’ora di farvelo ascoltare”.
Chi sono gli artisti che ti hanno influenzato di più e perché?
“In assoluto, Solomun. E poi ti dico Boris Brejcha e Paul Kalkbrenner, innovatori veri, con sonorità eccelse, che guardano dritto in faccia il futuro”.
Che musica ascolteremo e balleremo nell’estate ’23?
“Sicuramente la tech house sarà ancora una volta il genere predominante”.
Roger Dj: “Dreams” con Jaywork Music Group e tanta musica – Ecco altre impressioni dell’artista…
Come vedi la scena musicale italiana in questo periodo? I club, i festival, il pop, l’elettronica, la trap… Ci fai una panoramica?
“Tutti ascoltano tutto, ed ognuno ha il proprio genere di riferimento, la propria sperimentazione. In una giungla vera come quella attuale, emerge senz’altro chi ha l’idea in quel momento migliore”.
C’è qualche giovane artista italiano di talento non ancora così famoso che vuoi segnalarci?
“Sono di parte e quindi ti faccio il nome di Simon Vee. E’ un ragazzo riservato, soprattutto è di grandissimo talento”.
Qual è il futuro del music business secondo te?
“Non sono un veggente, è un bel casino. Ma, pensando al futuro, non possono che venire in mente le cose migliori”.
E come vedi invece il tuo futuro nella musica come artista?
“La mia speranza è decisamente quella di raggiungere discreti risultati. E’ dura, troppi lupi i giro”.