Invecchiare bene si può, o forse no. I Depeche Mode però ci provano
Sono un po’ malinconico in questi giorni. Sarà perché domani compio 51 anni. Oppure sarà che anche il mio babbo non c’è più e la mia mamma non c’è da tempo. Sarà che devo tirare avanti io la carriola della vita e ho capito che so essere forte. Però che noia. Sopravvivere si può ed è anche dolce e bello, con certe musica come quella dei Depeche Mode. Il disco si chiama “Memento Mori” ma non è mica così triste, malinconico sì però. Parecchio. Si sente forte l’energia di chi nei Depeche non c’è più, il tempo che passa… Non si può fare un paragone sensato con il disco di auto cover degli U2. Anzi si può. Ma non si può dire il risultato per rispetto.
Sarà quel che sarà
O forse sarà che non mi piace per niente il nuovo singolo di Ed Sheeran (che ho adorato in “Shape of you” e invece sono innamorato perso, cotto e ricambiato, del nuovo album dei Depeche Mode, “Memento Mori”. Vi metto qui il disco su Spotify. Al posto vostro, mentre leggo ‘ste parole, mi sentirei il disco. Che è denso, intenso, a volte difficile. Se siete uomini e donne, non ragazzi/e, è probabile che sarà anche per voi un amore che non inizia dalla passione che brucia. Non voglio anticipare troppo, ma sappiate che tra un po’ la passione non brucerà più per lasciare spazio ad altri fuochi. Perché qualcosa brucerà sempre, se avete la musica dentro.
Invecchiare bene si può, oppure no?
Hai presente quando il già citato Ed canta “I’m in love with your body”? Ecco, tutta un’altra storia. Qui Gore & soci se ne stanno in paradiso o all’inferno. Pensano. Sentono tutto.
Hai presente quando in certi brevi istanti ti senti cretino e vitale come quando avevi 17 anni? Quando invecchiare sembra una strana idea? Sono momenti divertenti e brevi. E visto che il geniale Oscar Wilde si sbagliava parecchio quando diceva che è facile rivivere la giovinezza ripetendone le follie. Mancherebbe la leggerezza, che infatti manca a “People are Good” del nuovo disco, capolavoro assoluto del tutto diverso da “People are People”, del 1984, anch’essa “pessimista”, ma decisamente energica. Qui la rabbia lascia spazio alla desolazione. Perfetta però.
La mia “non recensione” sull’invecchiare e su questo disco finisce qui, a metà. Con un’ultima nota sul suono: perfetto, avvolgente, potente e secco allo stesso tempo. E’ l’unico album che posso sentire nella mia Clio (che ha un impianto audio standard) a tutto volume senza che distorca. Non ho più voglia di scrivere niente. Voglio risentirmi il disco.
E ora via con il comunicatone. Perché invecchiare bene si può. Anzi no
“Memento Mori” è il quindicesimo disco in studio della band e il primo che vede Gahan e Gore da soli, dopo la scomparsa di Andy “Fletch” Fletcher. Il booklet dell’album contiene la dedica “ANDREW JOHN FLETCHER 1961-2022. ‘in our HEARTS and MINDS’. dave & martin”.
Prodotto da James Ford, e con la produzione aggiunta da Marta Salogni, “Memento Mori” è nato durante le prime fasi della pandemia da Covid-19, per cui alcune tematiche trattate al suo interno sono state direttamente ispirate da quel periodo.
Le 12 tracce dell’album esplorano una grande varietà di sentimenti ed emozioni: dalla cupa apertura fino alla chiusura finale, le canzoni spaziano dai temi come la paranoia e l’ossessione per arrivare poi alla catarsi e alla gioia, con tutte le infinite sfaccettature che vi sono nel mezzo. Come ha dichiarato Dave Gahan a NME«Ricordati che devi morire è un esortazione a trarre il massimo dalla vita e sfruttare al massimo ogni giorno» e Martin Gore a Mojo «Non bisogna associare il titolo a qualcosa di deprimente, riguarda più l’idea di godersi la vita».
Questa la tracklist di “Memento Mori”:
1. My Cosmos Is Mine
2. Wagging Tongue
3. Ghosts Again
4. Don’t Say You Love Me
5. My Favourite Stranger
6. Soul With Me
7. Caroline’s Monkey
8. Before We Drown
9. People Are Good
10. Always You
11. Never Let Me Go
12. Speak To Me
L’album è stato anticipato dal primo singolo “Ghosts Again” che attualmente si trova nella TOP 15 (#11) dell’Airplay radiofonico italiano (https://dm.lnk.to/ghostsagain).
Il brano ha tutte le caratteristiche tipiche di Depeche Mode: le parole evocative di Dave Gahan, come “wasted feelings, broken meanings… a place to hide the tears we cry”, e il sound ipnotizzante della chitarra di Martin Gore.
«Per me “Ghosts Again” cattura perfettamente quell’equilibrio che esiste tra malinconia e gioia», commenta Gahan in merito al brano. Gore aggiunge: «Non capita spesso che ci ritroviamo a registrare un brano che poi non mi viene a noia quando lo ascolto. Sono eccitato all’idea di poterlo condividere con tutti».
I Depeche Mode hanno dato il via ieri al loro tour mondiale da Sacramento, che prevede oltre 80 date, il primo in più di cinque anni e il diciannovesimo in totale. Dave Gahan e Martin Gore arriveranno in Italia questa estate con tre imperdibili date: il 12 luglio Stadio Olimpico – Roma, il 14 luglio Stadio San Siro – Milano e il 16 luglio Stadio dall’Ara – Bologna.
La band è stata ospite alla serata finale del 73° Festival di Sanremo dove hanno presentato il singolo “Ghosts Again” in anteprima mondiale. Online anche il videoclip ufficiale del brano (https://youtu.be/iIyrLRixMs8), diretto da Anton Corbijn.
Con oltre 100 milioni di dischi venduti e concerti che hanno raccolto oltre 35 milioni di fan in tutto il mondo, i Depeche Mode sono una forza musicale in continua evoluzione e ancora in grado di influenzare la musica di oggi, un’ispirazione permanente per tutti i loro fan, ma anche per critici e artisti. I Depeche Mode non si fermano mai e con il nuovo album “Memento Mori” e il tour omonimo scriveranno un nuovo capitolo di un’eredità musicale senza pari.