Saper dire no, anche in ambito musica & co, è importante. E ce lo spiega Riccardo Sada in un bell’articolo della sua originalissima rubrichetta per AllaDisco Sada Says
Facciamo un brano insieme? Apriamo una label? Avviamo una startup? Andiamo insieme ad Ibiza?
Spesso tutti dicono sì. Sono incapaci di dire no. Forse per timore, forse per soggezione nei confronti di chi espone e propone. Probabilmente perché no è una parola corta corta e nello stesso potente, tuonante e diretta.
No, non puoi avere fare il remix del mio ultimo brano. No, noi come label non ci occupiamo di questo genere di musica. No, questa idea è comune e non innovativa.
Il no secco non piace a nessuno, soprattutto se lo si riceve. Diciamo di sì alle feste a cui non vogliamo partecipare, ai lavori e favori che non vogliamo fare, alle serate con persone che non ci piacciono. L’elenco è infinito e passa dal professionale al personale.
Perché non iniziamo a sapere dire no, anche quando ne abbiamo ha voglia? È l’incapacità direttamente collegata alla necessità di cercare l’approvazione degli altri.
Nonostante le loro migliori intenzioni, i nostri genitori ne sono la risposta: ci hanno portato a conformarci per entrare nelle grazie o entrare in empatia con loro e con la società. Questo si riversa sul nostro lavoro e sulle modalità di relazionarci attraverso esso. Un professionista che non sa dire di no può scontrarsi con le abitudini sociali o culturali del business. In altre parole, dire di no non è una buona cosa se è una forma di sacrificio di sé che vi porta sempre più lontano dal sapere quali siano i vostri desideri e i vostri bisogni.
Sulla carta, potrebbe sembrare che si possano migliorare le proprie relazioni se si dice sempre di sì nel mondo degli affari. A chi non piace qualcuno costantemente simpatico e disponibile? Tuttavia, alla lunga, inizieremo a sentirci manipolati. Se non puoi dire no, è improbabile essere onesti con il proprio partner riguardo decisioni, investimenti e percorsi, tanto più se si è legati a esso da veri sentimenti. Che tipo di persona vuole sempre dire di sì?
Più tempo si dedica a fare cose per gli altri, meno tempo si ha per se stessi, continua Riccardo Sada in “saper dire no”.
Mai avuto quella sensazione di essere i soli a lavorare in ufficio mentre si è impegnati e sotto stress in più versanti in una sorta di multitasking? La bassa autostima e l’inesperienza sono i principali sintomi della depressione in ambito professionale. Se poi aggiungete la leggerezza nel comparto musicale, il risultato porta a una di quelle inquietudini mai viste sul pianeta. Dovremmo essere quello che siamo realmente, liberi di dire no o sì. Dovremmo per il nostro bene. Dovremmo concentrarci su ciò che vogliamo veramente.
Dire sì all’inizio di nuove strade in ambito lavorativo ci porta forzatamente lontani dalla comfort zone e vicini alla nostra onestà interiore. È un attimo parlare di sindrome di burnout per musici e confinanti. Dire no è un atto di estrema lealtà verso il prossimo e la miglior azione per lavorare su se stessi ed elaborare traumi ricostruendo la propria autostima. Siamo nel mondo dell’intrattenimento. Abbiamo bisogno di mente sgombra e serenità, con piccole punte di follia, per creare qualcosa di memorabile.