Iniziamo con una risposta semplice alla domanda del titolo. Ed è, ovviamente: no. Anzi NO. L’ALAS (indennità di disoccupazione a favore dei lavoratori autonomi dello spettacolo) non aiuterà quasi nessuno.
Perché nasce malissimo, non tiene conto delle appartenenze plurime (ovvero dei mille lavori) che ha chi lavora con musica, divertimento e robe notturne.
E invece l’ALAS nasce per aiutare SOLO i lavoratori autonomi dello spettacolo che non abbiano altri introiti. E quando dico altri introiti, dico che devono essere davvero in povertà assoluta. Mentre il governo, ovviamente, parla di ristori per i titolari delle disco, che di solito per mestiere fanno solo quello, continua a non pensare affatto a chi come chi scrive e decine di migliaia di altri lavorava un po’ nello spettacolo e un po’ altrove. Come è naturale che sia.
Gli ex posteggiatori dei concerti e delle disco che aiuti stanno avendo? Zero o quasi. Questa è la realtà. Difficile, triste ed ignorata dai buoni italiani occupati in settori 100 volte più tutelati (dipendenti, statali, pensionati…).
C’è chi dice che in Italia ci sono 20.000 dj e che siano quasi tutti a casa. Possibile. Ma la stragrande maggioranza di loro di giorno faceva anche altri lavori. E’ molto difficile distinguere tra hobby, semi professionismo, top dj totalmente fermi e quelli che anche oggi girano il mondo (vedi Deborah De Luca)…
Altro che Alas. Do, ancora la mia esperienza: ho avuto gli stessi aiuti dei notai nel 2020 con cui ho potuto, come partita IVA, pagare l’INPS, zero aiuti nel 2021. E a questo resto: gli stessi aiuti dei notai. Facevo l’ufficio stampa per dj e discoteche e ovviamente con il 50% di capienza ho perso gran parte dei clienti, mica solo con lo stop.
Aiuti per me oggi? ZERO. Aiuti per me (e tanti altri come me) ieri? Ve li ho già detti. Quindi, per me, da febbraio 2020, nei fatto, lo stato esiste solo per pagare tasse ed INPS. Fine.
Ecco coloro che oggi possono accedere ad ALAS: zero altri introiti: non devono avere in corso rapporti di lavoro autonomo o subordinato; non devono essere titolari di trattamento pensionistico diretto a carico di gestioni previdenziali obbligatorie; non devono essere beneficiari di Reddito di cittadinanza; non devono avere avere maturato, nel periodo che va dal 1° gennaio dell’anno civile precedente la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro autonomo alla data di presentazione della domanda di indennità, almeno quindici giornate di contribuzione versata o accreditata al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo; non devono avere un reddito relativo all’anno civile precedente alla presentazione della domanda non superiore a 35.000 euro.