Tommy Luciani lo conosco da anni ed è uno dei pochissimi dj che seguo volentieri sui social (se hai voglia fallo anche tu su Instagram cliccando QUI).
Non fa la star eppure un po’ potrebbe farlo. Infatti è tra i dj di riferimento di Vida Loca, tra i party più importanti nel Mediterraneo in ambito format “pop” (e quindi hip hop, reggaeton, trap, hit e dintorni). Fino a qualche tempo fa VL faceva ballare l’Italia e l’Europa e tra poco tornerà a farlo
Nel bel mezzo di questa schifosa pandemia, il Primo maggio 2021, mentre tutti ci dividiamo e ci divideremo, belli seduti sul divano, tra pro e contro Fedez (che a mio parere si è schierato più contro la Lega che a favore dei diritti dei gay e dei lavoratori dello spettacolo, ma è solo il mio parere); e mentre tutti parleremo e daremo soluzioni per tutti e per l’umanità; mentre tutti (compreso chi scrive) forniranno splendide soluzioni per o contro lo stato italiano (minuscolo)… e ancora, mentre qualcuno (come chi scrive) si inca**a quotidianamente per mille motivi e lo fa sempre, sempre, sempre inutilimente (…)
Tommy Luciani che fa? In un suo post su Instagram che trovate qui sotto in un bel copia e incolla, ci parla di amore per la musica e per il culo sfacciato che ha avuto nel riuscire a fare il dj per buona parte della sua vita.
Tutto culo? Ma scherziamo? Oltre alle capacità, Tommy Luciani ha una cosa che la maggior parte dei dj che conosco non sa manco dove stia di casa, ovvero la capacità di mettersi al servizio del pubblico e della console. Il suo cuore lo mette in ogni cosa musicale che fa. Lo sentite forte in questa Playlist ‘easy’ che ha voluto regalare al progetto ReWriters.
Ma la scorsa estate gli ho sentito selezionare tutt’altro, ovvero non musica “pop black” perché il dinner show della Villa delle Rose di Riccione, uno show davvero splendido, prevedeva altre sonorità.
Questa versatilità da dove deriva, per Tommy Luciani e per tanti suoi colleghi (non è mica il solo bravo dj italiano, per fortuna?). Deriva dai social, dalla ‘loro musica’, dal loro genio, da quanto belli e sexy sono come dj? Ovviamente no. Deriva dalla quotidiana applicazione al lavoro di dj, lavoro che, come ha scritto Claudio Coccoluto per il mio libro benefico “Faccio After” (e come ho riportato qui), è un lavoro.
Un dj, in console, non è una star e non è un artista. Prima di tutto un artigiano. E uno come Tommy, che lavora ogni giorno seriamente sulla musica, lo sa. E si sente fortunato. Perché fare il saldatore è infinitamente più faticoso che fare il dj, anche oggi. Anche oggi che il ritorno in console è un sogno.
C’è chi in fondo non poteva fare altro che il dj. Leggete bene fino in fondo. Tommy Luciani scrive che la dignità non è il lavoro e non è un mestiere. Si può avere dignità anche senza poter lavorare. Anche quando la ‘buona Italia’ che riparte si dimentica di chi non può farlo, ognuno di coloro che lavorava e presto lavorava ancora nello splendido mondo dell’intrattenimento dovrebbe ricordarselo. Anzi tatuarselo.
PS non gli ho chiesto il permesso per prendermi per AllaDiscoteca questo post. Sono fatto così. Vediamo se si inca**a. Tanto se lo fa, era tutto pubblico, abbiamo solo copiato da buoni giornalisti copia / incollisti.
PPS E’ un atleta, fa arti marziali ad alto livello, ma gli piace scherzare per cui si spera non si arrabbi per la vodka nel titolo.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca
Dalla pagina Instagram di Tommy Luciani: TILL I DIE
Io ‘Sta vita l’ho scelta…..
L’ho inseguita, costruita e sognata sin dal primo disco messo su quei giradischi scassati che mi prestò Filippo Giorgi quando non avevamo ancora i peli sul petto.
Sono andato contro i pregiudizi di un mondo che voleva insegnarmi e spiegarmi la vita, mangiando merda tra compromessi e fallimenti, incassando insulti e pugnalate, sopportando mille sgarbi peggio di Vittorio.
Sorridendo ogni santo giorno a tutti quelli che mi dicevano che ero uno scarso e che non sapevo reggere nemmeno una pista Polistil.
“Ci vediamo a settembre”, mi disse uno, dando per scontato il mio fallimento. Quindi scusate, se a me, non me ne frega un ca+++. Chiudete, aprite, litigate…
Che sia domani o tra 10 anni, io SO che sarò li, nascosto dietro quel mixer, con la boccia di vodka in mano e le mie urla scomposte. È questione di cuore. Buona festa dei lavoratori a tutti. non lasciate che siano gli altri a determinare il vostro valore e che sia un mestiere a darvi la dignità.
Restate forti e diffondete amore. Se poi vi avanzano 60k regalatemi un 911 targa del ’74. Vi sarò per sempre riconoscente e per una volta potrei anche farvi suonare la canzone che avete sull’iPhone o nel cd che avete in macchina (forse).
1 thought on “Tommy Luciani, una vita in console, con una vodka in mano”