Ministro Speranza, non lo farà senz’altro, ma le dedichiamo questa breve letterina. Se la legga va, che al governo avete già individuato il nemico (le disco), una voce alternativa può anche servire.
Partiamo dalla situazione.
Ok alla riapertura parziale riapertura a giugno 2021 degli stadi, solo al 25%, ovviamente voluta dall’Europa e non dall’Italia (campionato Europeo). Pian piano si comincia a parlare anche di tutto il resto: palestre, musei bar, ristoranti.
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IN EUROPA GIA’ SI LAVORA DA TEMPO SULLE RIAPERTURE SPERIMENTANDO PROTOCOLLI
“E’ invece prematuro parlare ora della riapertura delle discoteche”, ci dice lo splendido Ministro Speranza. “Non dimentichiamo quello che è successo l’estate scorsa”, ha aggiunto.
Di concerti il ministro manco ha parlato, perché l’industria della grande live music non si fa sentire troppo e spera intanto di riprendere pian piano con gli eventi con il pubblico seduto… ed è ancora invischiata nella battaglia per le prevendite degli eventi cancellati, voucher e non voucher…
D’accordo ministro Speranza. Può anche essere vero. Può anche essere logico attendere magari fino a metà giugno per una riapertura solo parziale delle disco. Chi lavora nel settore lo capisce. D’altra parte è ciò che succede in giro per l’Europa: si riparte a giugno.
Quello che invece è ridicolo è che il governo italiano non predisponga alcun protocollo. Che non pensi al tracciamento, ai tamponi, a tutto quel che si deve fare prima di poter riaprire.
In fondo non è così complicato, in fondo qualcosa del genere viene già fatto in Austria, mica sulla luna: i bambini vengono testati due volte la settimana, ogni cittadino ha a disposizione 5 test gratuiti ogni mese. In Germania invece si prova a fare test di massa per accedere a shopping e musei.
Non sono queste soluzioni corrette? Forse non sono perfette, ma almeno sono tentativi.
Invece lei, ministro Speranza pospone sine die. Non dà date. Non propone nessuna soluzione. Non dà protocolli. Sono le associazioni di categoria a proporle, non a lei, ma al ministro della cultura Franceschini (e anche questo è strano, ma siamo in Italia).
E soprattutto, lei, Speranza, dice amenità. L’estate scorsa le discoteche non sono state il volano del contagio.
Se ne è parlato molto come nemico pubblico numero uno solo perché frequentate dai ragazzi, pochi e poco potenti e perché rappresentate mediaticamente da Briatore, ricco e antipatico.
Ma il “terrificante Billionaire” ha creato molti meno contagi, nell’agosto 2020, di tanti luoghi di lavoro. Ad esempio, proprio nei giorni caldi delle “maledette disco”, uno stabilimento Aia in provincia di Treviso è stato un luogo di contagio per oltre 200 dipendenti… ma non se ne è parlato molto.
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Speranza, si rilegga ciò che ha detto Enrico Mentana, non proprio un discotecaro “doc”.
Lei, caro Speranza, continuerà, come lo scorso anno, a dare la colpa alle cattive regioni, tutte quante, che hanno aperto autonomamente “contro le direttive del governo”.
Siccome le discoteche, chi le gestisce e i ragazzi contano pochissimo, si può stare quasi certi che nella primavera estate 2021 pagheranno per la politica dello stato (stato, regioni, comuni etc), politica che sarebbe ridicolo non definire totalmente inefficace.
Anzi, a parere di chi scrive, forse minoritario, non definire quanto ha fatto l’Italia per combattere il virus come stato è criminalmente inefficace. E’ sicuramente un parere personale, ma mi piacerebbe una Norimberga del Covid-19, senza condanne a morte, ma con l’individuazione dei responsabili.
Ecco, caro Speranza, se nel 2021 lei ancora addita le discoteche come luogo simbolo del contagio, quando è vero il contrario, lei fa parte del problema. Grazie a gente come lei un problema grave è diventato una catastrofe ingestibile.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca
2 thoughts on “Ministro Speranza, cos’è successo in discoteca l’estate scorsa?”