Non c’è più emergenza, per quel che riguarda il Covid-19. Siamo nella melma / merda (ognuno usi il lessico che preferisce) da fine febbraio 2020, quasi un anno.
Dovrebbe esserci anche una (cappero di) strategia di sopravvivenza e soprattutto di uscita. A me sembra che non ci sia, affatto.
Tralasciando qui la tragedia sanitaria e umana che stiamo vivendo, cosa sta facendo lo stato (minuscolo) per giovani, arte, intrattenimento, turismo, ristorazione, musica, teatro (etc)?
Non ci sono solo le troppe vittime del Covid-19. Che futuro reale per tutti coloro che in qualche modo proponevano e vorrebbero continuare a proporre “assembramenti”?
Chi ha numeri importanti e vota (ristoratori, bar, hotel, etc) in qualche modo, sia pur poco, qualcosa lo riceve come ristoro. I ragazzi e chi fa parte di una categoria poco consistente a livello sindacale / elettorale, nulla.
E poi: la politica sa che la pandemia, visti i tempi biblici della vaccinazione per colpa delle inefficienza dello stato (minuscola), sarà lunghissima. Ma non vuole terrorizzare il poppolo (2 P).
Lo sto dicendo male, con un lessico aggressivo, ma è difficile pensare il contrario, se si ragiona almeno un po’. Come mi ha detto un imprenditore della ristorazione, sembra ovvio che il governo, più che governare reagisca alla situazione e soprattutto ai feedback sui social.
E diciamolo: tante categorie sono più o meno tranquille: dipendenti statali e di grandi aziende, pensionati, anziani a casa.
Tutti queste categorie, in un paese che sta morendo di vecchiaia, non fanno tardi da decenni, spesso lavorano poco non lavorano, non vanno a ballare dal 2001. Che gli frega del futuro dei “pochi” ragazzi italiani e di tutto ciò che gira intorno a loro?
Almeno i (sempre santi) virologi come Ilaria Capua sono chiari:
“Se riusciamo a vaccinare persone fragili e categorie prioritarie entro l’estate, arriviamo a fine 2021 con gli anziani protetti e vaccinati. Utilizzeremo il 2022 per vaccinare gli altri e nel 2023 potremo stare senza mascherina”.
Come farà a campare chi ha attività “non sicure” sino ad allora? Non sarebbe l’ora di pensarci?
Non è facile dare soluzioni chiare, ma una cosa è sicura. Troppi si sentono BUONI solo perché possono stare a casa e gridare al mondo “STATE A CASA!” a chi per età, ormoni o lavoro non può farlo.
Lo ‘smart work” di troppi è cazzeggio / dileggio quotidiano sui social, mentre troppi altri lavorano per tutti o hanno perso tutto. Anche la speranza.
Solo una società che non funziona, e quella italiana è ovvio non funzioni perché da decenni non nascono abbastanza bambini, blocca solo scuola, divertimento e socialità, mentre lascia intatto il resto: shopping, produzione, religione (la messa è ok).
Chi paga tutto questo, gli adulti “buoni” e gli anziani santi?
No. Solo i ragazzi…
E in misura minore, il Covid-19, oltre a chi sta male o muore ammalandosi, lo pagano davvero tutti coloro che lavorano nella ‘filiera’ di chi li fa divertire, i nostri ragazzi.
La ricreazione vuol dire ri – creazione, come dice la parola, creazione di qualcosa di nuovo, ma in un paese vecchio, che sta morendo di vecchiaia e che protegge solo anziani e già tutelati chi se ne occupa è considerato un deliquente, se va male.
Se va bene un pirla che si occupa di attività di attività non essenziali, che deve cambiare loro, che non deve rompere se non ce la fa.
In fondo se lo merita.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca
Photo by Helena Lopes from Pexels